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Guida ai Castelli Romani
Il Mercoledì al manifesto
Coi ragazzi/e del Centro (ove lavoro come educatore professionale) facciamo il laboratorio del giornale da dieci anni. Aprimmo il primo numero con l’elezione (la prima) di Obama, pensa te. E così ieri abbiamo organizzato una visita-studio nella redazione del manifesto. L’esperienza per i ragazzi e per i giornalisti del manifesto che ci hanno accolti è stata bellissima. Uno scambio vero, profondo. Quando si dice che si cresce solo insieme. Grazie.
“C’avevi creduto davvero che avremmo parlato d’amore?”
Il coso della scuola, sedicente. Che poi TUTTI i professori, per la Lega, sono “terroni”. A prescindere. Ovvio.
Oggi pel manifesto.
Corso aggiornamento
Corso di aggiornamento sulla gestione dei disturbi del comportamento. Appunti.
Tecnica: Bic su retro dispensa.
maestra ed educatori
Tutta la vicenda (e il can can mediatico penoso) mi ha fatto pensare all’Educazione, e al significato che, per comodità, per scaricabarile, spesso si attribuisce solo alla scuola e agli insegnanti. Ipocrisia o ignoranza? Chi educa, chi ha potenti strumenti educativi (diseducativi, a seconda dei punti di vista)?
La vignetta oggi per il manifesto.
Sedici e venticinque anni
Sedici anni. Venticinque anni.
Verità e giustizia. Oggi per il manifesto. Sempre per il manifesto, Carlo.
Ero nel reparto di ragazzi residenziali quando uccisero Falcone, quando uccisero Borsellino, quando fu ucciso Carlo Giuliani, quando l’11 settembre. Curioso vivere cose storiche quando un po’ si fa la storia, insieme ad altri, di quella che era la mia seconda casa, il reparto, la “casetta”, all’epoca. Ad esempio preparavo un campeggio coi ragazzi quando fecero saltare in aria Borsellino. O seguivo la tv e Genova che volevo vedere amici scout (che fortuna, erano lì). Poi gli scontri, la confusione. E la morte di un ragazzo. E mi è sembrato di conoscerlo da sempre Carlo (come poi la stessa sensazione ebbi per Enzo Baldoni e poi Giulio Regeni), e mi è sembrato di capirlo, di capire. Da subito. L’Ingiustizia (proprio quella simile alla mafia, per falcone e borsellino, lo stesso tradimento di Stato). Un disegno su una tavola di legno (purtroppo andata persa), subito per Carlo.
Poi l’angoscia e tutta la notte a seguire Rai news che seguiva radio popolare (se non erro) e la scuola Diaz. E Bolzaneto. Incredulo. Assurdo.
Vana attesa poi delle responsabilità di quelli di cui devo aver fiducia. Dei –cavalieri- che devono difendere, con la legge, gli ultimi (che ai primi non gli serve mica la legge). Difendere, ammettendo e scusandosi per il macello (senza metafore), perché una Persona lo fa (volevo dire un Uomo, ma lassamo perde). Persone.
Assolti
Ci risiamo. Leggo la notizia del bambino autistico e dell’insegnante “sadica”. Non ho visto il video, non so null’altro. Ma se fosse come è scritto non mi sorprendo, non mi “indigno”. Fatte salve le logiche reponsabilità personali, l’attenzione per le persone con difficoltà varie ha visto diminuire gli organici professionali, la formazione, la supervisione, il sostegno agli operatori. E intorno una società sempre più chiusa e impaurita che delega agli operatori sempre più demotivati e bruciati la “reclusione”, salvo indignarsi per la strega di turno. O si cambia strada e si ritiene che questi lavori (quelli di cura) siano Una priorità di un Paese civile, o i casi estremi si moltiplicheranno. Che spazio ha la “cura” “l’accoglienza” nella nostra quotidiana cultura?
Discorso ad un bambino / Il giorno del volantino
Stavolta 2 post in uno. Innanzitutto niente di meglio di Marcello Bernardi con disegnuccio accanto, per “inaugurare” la mia nuova stanzuccia in quel del Centro ove sono educatore professionale.
Poi Il bello dell’internet. Parlavo ieri sera con Riccardo Orioles, parlavamo di Dio (non ricordo come si giunse, forse dalla scoperta del Cern). Alla fine mi manda un’email con un suo scritto dell’ottobre 2000. Una particella di quel grande umano di Orioles.
“Invenzioni. Ne è stata fatta una importante, l’altra sera, non so se da uno scienziato, da un filosofo o da un programmatore Linux: di certo era urgentissima, e sarebbero bastati ancora pochi anni senza di essa – come poi è stato dimostrato dai fatti – per mandare in malora il mondo. L’invenzione consiste semplicemente in questo: una placida dimostrazione in venti righe, in un linguaggio piano alla Piero Angela ma di una tale evidenza scientifica da essere immediatamente indubitabile, dell’assoluta inesistenza di Dio: di ciascun dio.