Un Natale da brutti, sporchi e cattivi (che però, potrebbe finire con un natale vero)

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Come lo scorso anno, un piccolo omaggio natalizio ai gentili ed educati passanti e ripassanti del blog. Per il Natale si-può-fare-dippiù, cioè 6 cartoline (e-card) che parlano di storiacce e di babbi natali brutti, sporchi e cattivi, un po’ come siamo tutti, ‘che tanto lo zucchero a vagonate lo trovate un po’ dappertutto. Se vi va, pigliatene una (ma anche tutt’e 6) e fatene ciò che più v’aggrada. Stampatele, inviatele per email, personalizzatele oppure salvatele e speditele tramite servizio e-card gratise. Può essere che tra poco ne piazzi sul blog qualcun’altra, intanto contentatevi di queste e dei miei sinceri e affettuosissimi auguri per tutti voi per un Natale di pace e di un duemilasette perlopiù sereno. Baci, Mauro.
p.s. quest’anno mi consta rappellare ciò che anticipai. Per noi potrebbe essere davvero un Natale con natale, peraltro il secondo dopo Poldino. Io Babbo (a) Natale? Il tempo finisce il 12 gennaio, ma la mia gentile consorte pare essere donna matura e contratta. Comunque quando avverrà, sarò lieto di condividere il mio secondo natale con voi. Pax et bonum.

Written by Mauro Biani

Dicembre 23rd, 2006 at 8:10 pm

12 Responses to 'Un Natale da brutti, sporchi e cattivi (che però, potrebbe finire con un natale vero)'

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  1. Luna d’argento con stelle dorate,

    gnomi e folletti e fatine incantate,

    una pioggia d’auguri ed

    un pensiero dorato

    per un buon Natale e anno fortunato.

    baci

    daisi

    daisi

    23 Dic 06 at 20:40

  2. Doppi e tripli, anzi che dico, quadrupli auguri!!

    (mentre ci sono faccio pure quintupli e sestupli :PP)

    Buoni natali!

    Rossafata

    23 Dic 06 at 21:54

  3. …e bravo mauro, che ci do’ che ci do’.

    Auguri per la seconda paternità a te e signora e a tommaso. Grazie per tutto quello ci dai sul blog e sulle pubblicazioni, mostre etc.

    Che il 2007 ti faccia magari vincere il “forte dei marmi di satira politica”. Sarebbe bellissimo.

    Sereno Natale, Mauro.

    Con amicizia.

    Gattomammone

    gattomammone

    24 Dic 06 at 00:03

  4. Buon Natale Mauro! Pace e bene pure a te ;D

    Sioux

    24 Dic 06 at 01:09

  5. Ho usurpato due tue vignette. Spero di poterlo fare. ok?

    utente anonimo

    24 Dic 06 at 01:29

  6. Tanti auguri Mauro. UN bacio a Poldino, un abbraccio a te e alla gentil consorte…un anno all’insegna delle novità leggo! Una new entry (chissà se si scrive così!?)
    Buon Natale 🙂

    theobserver

    24 Dic 06 at 10:16

  7. Augurissimi, Mauro. Grazie per tutte le vignette che hai condiviso con noi. Mi hanno fatto ridere, riflettere, arrabbiare. Più di così…ninsipo’! :))

    beatrice1973

    24 Dic 06 at 11:02

  8. Grazie anche da parte mia, con auguri per te e la tua famiglia.

    Spartacus Quirinus

    spartacusdue

    24 Dic 06 at 11:25

  9. Si intuiva dallo stile delle vignette: devi essere un gran bravo Pater Familias, Mauro!

    zigotecomics

    24 Dic 06 at 12:51

  10. Mauro,

    quale modo migliore per iniziare l’anno!

    I miei migliori auguri e un GRAZIE sincero per la carica di umanità che metti in tutto quello che fai.

    Massimo Gariano

    (compagno di vignette)

    utente anonimo

    24 Dic 06 at 16:25

  11. rispetto alla tua vignetta su OPERA

    ——————————————————————————–

    riccardo orioles

    La Catena di San Libero

    29 dicembre 2006 n. 349

    ——————————————————————————–

    La cinquantunesima stella. L’Italia comincia a somigliare all’Alabama anche nel linciaggio. Quel che è avvenuto ad Opera nel 2006 – data storica, da segnare – è infatti assolutamente identico a quel che succedeva in quel Paese intorno al 1906: i paesani che si riuniscono con le torce, le urla, le grida, i pochi uomini dello sceriffo messi in fuga e la folla che si dirige vociando verso l’accampamento dei negri e lo mette a fuoco. Certo, da noi è una novità e fa ancora impressione: ma in capo a qualche anno, com’è successo in America, ci saremo abituati.

    Se si brucia una bandiera israeliana intervengono le massime autorità a ricordare Auschwitz e a (giustamente) condannare l’antisemitismo. Se si brucia un’intera tendopoli di zingari, al massimo è un episodio di cronaca: nè Prodi nè Napolitano ritengono di dover andare sul posto a dir qualcosa. Eppure, Hitler non ammazzava solo gli ebrei. Anche quello degli zingari è stato un Olocausto.

    Leghisti, ex-fascisti di Aenne e fascisti doc di Forza Nuova si sono divisi fraternamente il compito di portare torce e benzina e di appiccare il fuoco. Ognuno con una sua logica precisa. Per i leghisti il problema principale è di far dimenticare all’operaio lombardo com’è che è diventato disoccupato. La Lombardia era terra di fabbriche e di diritti, di operai civili e produttori. E organizzati fra loro: non era facile, prima della Lega, mettere i piedi in faccia all’operaio lombardo.

    Questo agli industriali non stava bene. Hanno preso le fabbriche e le hanno portate in posti più tranquilli. E contemporaneamente hanno cominciato a fare un gran polverone sul fatto che le disgrazie degli operai venivano dai meridionali, dai marocchini, dai cinesi, da tutti fuorché da loro. Che nel frattempo delocalizzavano quatti quatti.

    Il compito della Lega, in tutta questa operazione, è stato di fare da vaselina. E anche la caccia agli zingari va bene, purché non si pensi alle fabbriche volate via.

    Fascisti ex e fascisti doc la caccia agli zingari l’hanno sempre fatta, e non c’è alcuna ragione per cui non vogliano farla anche ora. Quella agli ebrei l’hanno dovuta smettere perché ora gli ebrei, bene o male, sono armati. Ma non c’è uno Stato di Zingaria a cui render conto. Perciò, caccia aperta con la benzina e i bidoni.

    * * *

    Chi sono, sociologicamente, quelli che vanno a dar fuoco – coi carabinieri scappati, e col governo che non interviene – alle tende degli zingari? I capi, li conosciamo: compaiono in tv e sui giornali, ma sono importanti politici, vip privilegiati, su cui nessuno interviene. I seguaci, quelli che una volta sarebbero stati le Sa, sono il quarantenne disoccupato, che non ha saputo difendersi la sua fabbrica e ora se la piglia coi più disgraziati di lui, e il ragazzotto trendly con mutande alla moda e telefonino. Quest’ultimo ha più o meno la stessa età dello zingaro Sasha, che un paio di settimane fa morì in un altro rogo di zingari, stavolta vicino Roma. Nel campo, scoppiato l’incendio, non c’era come spegnerlo (mancando le prese d’acqua) e dentro una roulotte c’erano la moglie di Sasha e i suoi genitori. Lui riuscì a tirar fuori i vecchi, poi tornò dentro e morì con la sua donna nel fuoco.

    Sedici anni. I sedici anni di uno zingaro e quelli di tanti fighetti italiani. Picchiare un handicappato è una monelleria, degna di un po’ di “attività sociali” per punizione. Essere zingaro invece è un reato grave, come essere negro in Alabama, da punire col fuoco.

    TYTTY_

    29 Dic 06 at 17:36

  12. Tytty_ : grazie a te e a riccardone. Sì, avevo letto sulla catena. ricc è spesso 100 spanne avanti a tutti i giornalisti “famosi” del nulla.

    M.

    broiolo

    29 Dic 06 at 18:38

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