Pietà per loro

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welby, funerali, chiesa, vignetta
La notizia

Written by Mauro Biani

Dicembre 23rd, 2006 at 2:24 am

No Responses to 'Pietà per loro'

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  1. Grande Mauro.

    Escluso dal club elitario cattolico?

    Dai, non suona neppure tanto male, sembra piu’ qualcosa di cui andar fieri.

    Quel che desiderava lo ha avuto, e’ riuscito a liberarsi ed ora sara’ troppo lontano perche’ la rappresaglia patetica della chiesa lo raggiunga….:)

    zigotecomics

    23 Dic 06 at 11:15

  2. è un fatto che si commenta da solo

    La Chiesa più in basso di così non poteva scendere

    Tisbe

    23 Dic 06 at 14:16

  3. questa sì che è coerenza!

    buon natale, Mauro, a te e famiglia

    tuttominuscolo

    23 Dic 06 at 14:57

  4. Grande Mauro come al solito, auguri a te e alla tua famiglia.

    kneff

    23 Dic 06 at 15:26

  5. io me lo vedo Dio che guarda i “suoi” rappresentanti e scuote la testa… accanto a Piergiorgio

    utente anonimo

    23 Dic 06 at 15:28

  6. grande come al solito, buon natale mauro!

    raffaelegreco

    23 Dic 06 at 15:59

  7. BUON Natale di cuore Mauro a te e alle persone che ami circondino i tuoi momenti felici e sereni. BUON NATALE A CHI TERRA’ CHIUSE LE PORTE DELLA CHIESA DON BOSCO: VOGLIO VEDERE SE ALMENO IL PARROCO AVRA’ IL BUON GUSTO DA UOMO DI CHIESA DI SCENDERE SUL SAGRATO A PREGARE COME FARA’ LA GENTE COMUNE… BUON NATALE AL VATICANO CHE HA MANOVRATO IL PARROCO DELLA CHIESA, CHE PARLA DI POLITICA ANZICHE’ OGNI VOLTA CHE HA POSSIBILITA’ PARLARE AL SINGOLO INDIFESO. TI INVITO, SE TI VA A LEGGERE LA RIFLESSIONE CHE HO FATTO SUL MIO BLOG. TANTI AUGURONI ANCORA. CIAO. IL MIO SARA’ UN NATALE UN PO’ TRISTE. HO AVUTO UNA BRUTTA BRUTTA NOTIZIA PROPRIO IERI SERA… DI QUELLE CHE TI FANNO PASSARE LA VOGLIA PURE DI ACCENDERE LA LUCE DELL’ALBERO O SCARTARE UN PANETTONE, DI FAR SALTARE LE CENE CHE HAI FISSATO CON GLI AMICI, MA POSSIAMO VIVERE UMANAMENTE E E’ UN DOVERE FARLO. 🙂 dovere perche’ si può farlo con dignita’ 😉 ciao.

    1sognoxdomani

    23 Dic 06 at 16:53

  8. La prendo in prestito Mauro.

    Sioux

    23 Dic 06 at 22:59

  9. quanta superficialità in questo post, e in questi commenti.

    Nessuno che si sia preso la briga di leggere il comunicato ufficiale del Vicariato, laddove si precisa che verrà tenuto un momento di preghiera per Welby, anche senza le esequie.

    E poi scusate, ma non è esattamente questo che voleva Welby? Il funerale lo vuole la madre ma LUI era ateo e non lo desiderava, in tal caso la sua volontà non conta più? Per chi non crede un funerale religioso non è NIENTE.

    Giggi76

    24 Dic 06 at 01:57

  10. per giggi76: mi risulta che welby è morto dopo i sacramenti della confessione e comunione. La superficialità con cui accusi coloro che hanno scritto su questo post la dovresti rivolgere al vicariato romano che non sa cosa sia pietà umana e compassione. Anche Woityla alla fine chiese di fermare le terapie mediche. Le sue ultime parole: “lasciatemi andare alla casa del Padre”. Eutanasia?

    Per Pinochet ci sono stati funerali religiosi per Welby no: c’è qualcosa che non mi torna….

    Dino

    utente anonimo

    24 Dic 06 at 15:50

  11. x Dino: Welby ha legato la sua morte (comunque sia avvenuta) a idee contrarie a quelle cattoliche (non era lui a volere le esequie, ma la madre e la moglie), perciò ora non ha nessun senso pretendere un funerale cattolico. Se non, appunto, il senso di distruggere il significato del funerale; chi vuol difendere quel significato non si presta a questo giochino. La compassione NON pu diventare la misura assoluta dei comortamenti, fino ad oscurare la verità. Esattamente come un padre che ritiene giusto punire un figlio per una sua mancanza: l’amore per quel figlio NON VIENE MENO, IN NESSUN MODO, ma non si può pretendere la compassione sempre e comunque, specie nei confronti di chi quella compassione NON la ha mai desiderata.

    Quanto a Pinochet io non so e nemmeno tu sai CHE COSA HA DETTO O FATTO IN PUNTO DI MORTE, se ci sia stato un pentimento oppure no: Welby ha voluto invece “immortalare” tutti i suoi ultimi attimi, renderli pubblici e con essi rendere pubblica e irreversibile la sua volontà suicida in palese contrasto con i principi della Chiesa. Se era un credente “a modo suo” il funerale lo avrebbe rifiutato lui stesso, se era un ateo duro e puro idem.

    Lui e’ stato sicuramente coerente con se’ stesso, NON mi pare lo siano stati i suoi amici e parenti.

    utente anonimo

    25 Dic 06 at 22:51

  12. Non condivido quasi niente dell’intervento qui sopra in risposta al mio. Chiarire ulteriormente porterebbe via molto spazio e forse non interessa più di tanto. So solo che, come credente, ritengo Gesù la Via la Verità e la Vita. Ed essere pietosi e misericordiosi fa parte di questo cammino di fede. Se invece per far risplendere la Verità dobbiamo oscurare la compassione tradiamo lo spirito di Gesù. Se poi vogliamo dare i sacramenti solo a chi ne è degno avremmo parecchi sacerdoti disoccupati. E se, infine, vogliamo ergerci paladini integerrimi di questa verità assoluta finiremmo per diventare come quegli ipocriti farisei che misero in croce Gesù perchè aveva fatto miracoli di sabato. E se tutto si riduce all’antico occhio per occhio e quel che segue si ha la certezza che Gesù è venuto per niente. Io voglio essere diverso da coloro cha hanno la struttura mentale dell’antico testamento, voglio provare a vivere le beatitudini e se uno mi dichiara guerra io gli dichiaro pace e se uno non vuole pietà io gli do carità. Gesù ci chiede di amare incondizionatamente e non di sfruttarLo per creare steccati.

    Dino

    utente anonimo

    26 Dic 06 at 17:55

  13. il fiunerale è un sacramento?

    questa è bella

    Gesù ci chiede di amare incondizionatamente, è vero e infatti noi cristiani dobbiamo pregare per Welby e sperare (io ne sono sicuro cmq) che la sua anima sia accolta in cielo. Su questo non si discute.

    La Chiesa non concedendo i funerali religiosi non vuole negare questa possibilità e/o probabilità, vuole solo ribadire che chi usa per fini politici la sua storia personale o quella degli altri non può dimenticare quello che è alla base della Chiesa stessa.

    Comunque da buon radicale Welby ha strumentalizzato la sua vicenda (scelta personale che io rispetto al 150%) insieme a Pannella e compagni che naturalmente da anni umilmente… insegnano al Papa che cosa è la carità cristiana… e confondono vita e morte perchè per loro l’una vale l’altra…

    Credo proprio che a loro non gliene freghi niente del funerale religioso, fanno politica e così sono diventati ricchi…usando i mezzi più efficaci allo scopo.

    A Welby ci penserà la bonta del Signore. Ai suoi parenti invece ci penserà Pannella con una bella candidatura alle prossime elezioni. Questa è solo astuzia, altro che sciopero della fame!

    La Chiesa che non è astuta ma saggia li lascia cantare (salvo qualche ecclesiastico frustrato e con il complesso di inferiorità o ipocrita) perchè la vita è lunga, Pannella permettendo,e la storia ancora di più.

    giggi

    utente anonimo

    27 Dic 06 at 13:03

  14. Giggi,

    la Chiesa è un’istituzione e in quanto istituzione tende fortissimamente all’automantenimento, facendo, anch’essa, politica. La paura che venga messa in dubbio anche la più piccola presa di posizione dell’istituzione, pena lo scricchiolio dell’istituzione stessa, nega qualsivoglia ipotesi di discussione. Sono d’accordo con te, l’amore di Gesù, per chi crede, è un’altra cosa. E io, come Dino con cui mi trovo molto in sintonia, mi permetto di far emergere questa mica piccola domanduzza: il funerale è un rito che appartiene solo all’istituzione che lo brandisce come arma politica, o è un momento-rito condiviso con la chiesa come “popolo di Dio in cammino”? Cioè, le presunte strumentalizzazioni radicali o le comprensibili (politicamente parlando) posizioni del Vicariato, cosa c’entrano con il sentire religioso di una famiglia, seppur sotto i riflettori di possibili strumentalizzazioni?

    Mauro B.

    broiolo

    27 Dic 06 at 14:24

  15. Caro Mauro, la tua domanda è giusta ma un pò ingenua.

    Quello che tu chiami momento-rito condiviso con la chiesa come “popolo di Dio in cammino” è esattamente quello che è stato fatto in tutte le Chiese all’indomani della morte di Welby: ossia la preghiera in suffragio, la riflessione, la speranza della misericordia divina per l’anima di quell’uomo.

    Ma per i radicali che hanno circondato Welby no, il funerale per loro era la legittimazione di una condotta palesemente anti-cristiana e in alcuni casi la Chiesa deve ribadire che la Verità non DEVE essere offuscata da una generica Compassione di stampo pseudo-solidaristico.

    La Chiesa è mater et magistra, molte volte madre accogliente e premurosa, qualche volte maestra, che non significa giustiziera, ma educatrice che dice la verità, anche quando questa è dura e scomoda. Nello scegliere la strada rischiosa e impopolare che poi è stata opzionata, si è certo evocato il gesto del rifiuto, non tanto però verso Welby (che è già nelle braccia misericordiose del Padre) ma per quanti, attorno a quel morto, avevano soffiato e soffiano ancora sul fuoco della polemica, pretendendo un diritto – quello di gestire la vita a proprio piacimento – che i credenti NON possono accettare, pena la perdita della verità della vita.

    Non si può reclamare pretestuosamente un diritto alla vita quando c’è stata morte voluta, decisa, programmata e ribadita fino all’ultimo con tutti i media possibili. Non c’è dubbio quindi che la Chiesa continua ad essere madre ma talvolta deve farsi anche maestra, esattamente come un bravo genitore.

    giggi

    utente anonimo

    27 Dic 06 at 15:55

  16. Caro Giggi,

    mi appelli ingenuo e imposti il tuo ragionamento sullo sfruttamento politico da parte dei radicali del caso Welby, quando sappiamo bene che la Chiesa Istituzione, come constatavo sopra, fa politica quanto i radicali e scende a fare a braccio di ferro come una qualunque associazione, clan o forza politica che non può perdere il proprio Potere. Il problemino ulteriore è che non è una associazione qualunque, il Papa è, tra l’altro, “vicario di Cristo” sulla terra, mica pannelli o capezzoni qualsiasi. Vicario di Cristo, è questo il punto. Cosa avrebbe fatto Cristo con Welby? Di una cosa sono sicuro, se ne sarebbe fottuto della real politik dei sinedri tutti, magari avrebbe detto: – non sono d’accordo – ma poi lo avrebbe abbracciato, non per interposta persona o nelle nascoste più o meno preghiere di periferiche catacombe, ma in piazza, cum patendo assieme alla chiesa tutta. Persino Pannella, Capezzone, Bonino, etc. sarebbero rimasti basiti e senza parole, che poi sarebbe l’ulteriore miracolo. Amico mio, non sai quanta “ingenuità”, ha dimostrato Cristo nel suo noto passaggio terreno, tanta da rivoluzionare il mondo e da morire anche per questo in croce. Naturalmente la Chiesa (istituzione) se ne guarda bene dal morire in croce, impaurita dalla complessità del dialogare e preferendo adottare il ruolo di magistra a prescindere, avendo abdicato al difficile ma essenziale ruolo della madre. La questione è che la salvezza del messaggio evangelico, e purtroppo paradossalmente anche un po’ dell’Istituzione, sono quei laici e quei sacerdoti che portano quotidianamente “le croci” e che sono testimoni di “maternità”, veri educatori e credibili “maestri”, perché assumono, corpo ed anima, le contraddizioni del mondo.

    Mauro Biani

    broiolo

    27 Dic 06 at 21:37

  17. Caro Mauro, ribadisco che non è possibile il dialogo con chi quel dialogo non lo desidera nemmeno e mira solo ad estorcere e strumentalizzare l’altrui condotta.

    Cristo avrebbe (ed ha) abbracciato Welby? Certo! Ma NON nella “piazza” da te invocata, platea mediatica “apparecchiata” ad hoc da Pannella e compagnia per legittimare la loro politica avversa alla Chiesa. Gesù diceva: “Guardatevi dal fare le vostre opere buone davanti agli occhi degli uomini, per essere visti da loro. Altrimenti non avrete ricompensa dal vostro Padre che é nei Cieli. Quindi quando fate la carità, non suonate una tromba davanti a voi come fanno gli ipocriti… così da ottenere gloria dagli uomini”, ricordiamocelo!

    Quanto al resto i sacramenti e le celebrazioni liturgiche non sono “diritti civili”, ma momenti della vita della Chiesa. Non c’è il “diritto” di “avere” il Battesimo del bambino, il “diritto” di “avere” la celebrazione del Matrimonio cristiano, il “diritto” di “avere” la Cresima, le esequie, al di fuori della fede cristiana vissuta nella Chiesa, che è la comunità dei credenti.

    La Chiesa ancora una volta, nonostante tu ritenga il contrario, è MADRE E MAESTRA, e una madre deve sapere dire dei no per far crescere i suoi figli, non solo, i suoi figli questi “no” possono anche rifiutarli e volgere le spalle ma la Chiesa li ama comunque ed è sempre pronta a riaccoglierli, ma DEVE saper essere anche maestra, soprattutto per i migliaia di fedeli ai quali deve dare il buon esempio. Soprattutto coloro che soffrono come welby ma non chiedono la morte come ha fatto lui.

    Per la cronaca alla famiglia Welby era stata proposta comunque una messa in suffragio ma è stata RIFIUTATA…

    E mentre molti laicisti tronfi si congratulavano per la morte di welby con tanto di conferenza stampa, gli UNICI POSTI dove il giorno dopo si pregava (nella predica, nelle pereghier dei fedeli..) per quell’uomo erano le chiese di tutta Italia…

    Giggi76

    28 Dic 06 at 09:50

  18. Allego la lettera che ho inviato al vicariato di Roma:

    _____________________________

    Alla c.a. del vicariato di Roma

    p.c. ad alcuni amici

    Buongiorno,

    sono Giacomo Alessandroni, diocesi di Pesaro, cattolico di lunga

    data. Sono rimasto molto amareggiato quando stamane ho appreso la

    vostra scelta antievangelica di negare le sacre esequie a

    Piergiorgio Welby.

    Sono anni [cinque credo] che do il mio otto per mille alla Chiesa

    Valdese, proprio perche’ cattolico, ma ora si e’ superata la misura.

    Non bastava la Lev [Libreria Editrice Vaticana] a mettere i diritti

    d’autore sui discorsi del Santo Padre. Ricordo che Gesu’ di Nazaret

    insegno’ “andate ed annunziate a tutti la gioia del Signore

    risorto”, non ricordo che questa frase continui con “e fatevi pagare

    i diritti d’autore”, ma io forse ho letto un Vangelo diverso dal vostro.

    Sul “non uccidere” a prima vista un lettore superficiale potrebbe

    pensare che siamo concordi, se non per il fatto che il Tevere si

    allarga e stringe ogni qual volta Radio Vaticana deve inondare di

    radiazioni ionizzanti persone [tra le quali anche cristiani] che

    pagano con linfomi l’extraterritorialita’ della Santa Sede.

    Non erano sufficienti i cappellani militari che – al pari delle

    modelle – si fanno fare il calendario e – visto che ci sono – se lo

    fanno pagare delle Pontificie Opere Missionarie, come se “i nostri

    ragazzi” fossero in missione.

    Io ricordo un Vangelo diverso.

    Io ricordo un Vangelo dove Gesu’ insegna che “le prostitute vi

    precederanno nel Regno dei Cieli”.

    Dove il figliol prodigo viene accolto a braccia aperte dal Padre,

    gli si mette l’anello al dito, si uccide il vitello grasso e si fa

    festa.

    Peccato che il monsignore [il fratello maggiore] quando era in

    seminario probabilmente non ha letto questa bella lezione di vita.

    Dove si insegna a “non giudicare”. Il giudizio non solo e’ passibile

    di errore [errare e’ umano], ma compete a Dio. Chi giudica si eleva

    a rango di Dio e infrange il primo di tutti i comandamenti: “non

    avrai altro Dio all’infuori di me”.

    Auguro alla Santa Romana Chiesa un Natale di Risurrezione, di

    risurrezione dal suo piedistallo di onnipotenza, di pretesa di

    superiorita’ a tutte le religioni del pianeta, allo sguardo

    dall’alto verso il basso con cui guarda tutti gli esseri mortali

    [dimentica che anch’essa e’ tale],

    Giacomo Alessandroni

    _____________________________

    CHE FARE CONCRETAMENTE?

    Semplice: dare l’8×1000 alla Chiesa Valdese. Loro lo usano solo per opere di carita’, non per costruire chiese o stipendiare preti.

    Loro erano vicini ai familiari di Welby, la chiesa cattolica no.

    Inoltre, il lato economico e’ l’unico tasto a cui la nomenklatura ecclesiastica [mi si perdoni la cappa ma e’ piu’ forte di me] sembra essere sensibile.

    Davide contro Golia? Non proprio: chi firma l’8×1000 lo fa anche per l’80% che non lo firma: il tuo gesto verra’ amplificato cinque volte.

    galessandroni

    28 Dic 06 at 11:42

  19. GIGGI!

    Io mi esprimo meglio a disegni, dunque, se vuoi la mia sulla questione, vedi qui:

    http://zigotecomics.splinder.com/post/10330352#comment

    Comunque, per capire l’ipocrisia della chiesa mi basta confrontare gli stili di vita, e i linguaggi, di Gesu’ Cristo e gli alti ranghi elitari ecclesiastici che fanno politica oggi.

    Gesu’ non oppose resistenza a chi non condivideva le sue opinioni, forte della fiducia che aveva in Dio, che in qualche modo avrebbe trionfato comunque…

    zigotecomics

    28 Dic 06 at 12:37

  20. @zigotecomics: nemmeno la Chiesa oppone resistenza, la Chiesa lascia liberi, anche di rifiutarla e infamarla, ma sancisce assieme al libero arbitrio anche il pincipio di reponsabilità. Se questo a te non va bene NESSUNO te lo impone.

    Ps: piantiamola coi paragoni con Pinochet che non c’entrano una mazza. Il Papa è stato anche da Castro ma questo non significa che approvasse la sua politica.

    utente anonimo

    28 Dic 06 at 13:57

  21. Boh alla fine la chiesa ha deciso che Dio non deve accogliere questo suo figlio a braccia aperte e consolarlo di una vita di sofferenze.

    Spero per lui,Dio,che si rassegni.

    Altrimenti presumo che dotti teologi potrebbero rivedere l’infallibilità di Dio e relegarlo a ruolo di secondo piano.

    utente anonimo

    28 Dic 06 at 14:10

  22. Ho appreso da poco di un comunicato di Dino Gasparri, coordinatore regionale dei “Cristiano Sociali” del Lazio, che riporto per completezza d’informazione:

    “Di fronte alla tragica scelta di Piergiorgio Welby di porre fine coscientemente alle sue infinite sofferenze, decisione su cui molti di noi hanno espresso pareri diversi, pur nella condivisione del dramma umano e personale di Piergiorgio, non possiamo nascondere il nostro disagio e la nostra sofferenza rispetto alla decisione del Vicariato di Roma di rifiutargli i funerali religiosi secondo un desiderio espresso dai suoi familiari.

    Nel rifiutare e respingere ogni strumentalizzazione politica e mediatica di cui è stata oggetto questa drammatica vicenda, ma riconoscendo in questo caso la necessità di andare oltre la norma, siamo convinti che un atto di misericordia e di carità da parte della gerarchia ecclesiastica avrebbe potuto rappresentare uno di quei segni profetici che tutta la società italiana ma anche quella internazionale chiede alla nostra Chiesa. Avrebbe potuto essere un messaggio ed una testimonianza che interpretava lo spirito del Concilio Vaticano II quando Papa Giovani XXIII evidenziava la necessità di distinguere l’errore dall’errante. Andare oltre la norma, che deve essere per tutti punto di riferimento, avrebbe potuto significare rispetto della persona, della sua storia, riscatto della sua sofferenza e avrebbe potuto manifestare la fiducia nell’infinito amore di Dio e nella sua grande misericordia”

    M.

    broiolo

    28 Dic 06 at 18:29

  23. Fabrizio era grande amico di Luigi Tenco che fu, tra l’altro, uno dei primi a credere in lui…il primo a cantare La Ballata dell’Eroe…

    Fabrizio dedico a Luigi Preghiera in Gennaio.

    Fate vobis…

    Signori benpensanti

    spero non vi dispiaccia

    se in cielo, in mezzo ai Santi

    Dio, fra le sue braccia

    soffocherà il singhiozzo

    di quelle labbra smorte

    che all’odio e all’ignoranza

    preferirono la morte.

    salute Mauro

    Sahishin

    28 Dic 06 at 20:07

  24. non credo che valga la pena discutere con certe “persone”.

    grazie mauro,cogli sempre il segno ed hai una pazienza infinita.

    nuralema,sempre le parole giuste al momento giusto.

    grandi

    streghina

    streghina

    28 Dic 06 at 20:50

  25. E daje!

    zigotecomics

    28 Dic 06 at 21:44

  26. caro mauro, sono un seminarista della diocesi di casale monf.(AL). ti allego una riflessione tratta dalo sito cattolico http://www.korazym.org. buon anno. andrea

    Catechismo e funerali: ancora una parola

    Non sfuma la viva perplessità che la decisione del Vicariato di Roma sulla celebrazione dei funerali religiosi di Piergiorgio Welby ha fatto sorgere nell’animo di tanti credenti. Era davvero una decisione obbligata?

    – Oltre confine, la sconfitta nel caso Welby

    “In merito alla richiesta di esequie ecclesiastiche per il defunto Dott. Piergiorgio Welby, il Vicariato di Roma precisa di non aver potuto concedere tali esequie perché, a differenza dai casi di suicidio nei quali si presume la mancanza delle condizioni di piena avvertenza e deliberato consenso, era nota, in quanto ripetutamente e pubblicamente affermata, la volontà del Dott. Welby di porre fine alla propria vita, ciò che contrasta con la dottrina cattolica (vedi il Catechismo della Chiesa Cattolica, nn. 2276-2283; 2324-2325). Non vengono meno però la preghiera della Chiesa per l’eterna salvezza del defunto e la partecipazione al dolore dei congiunti”. (Vicariato di Roma, 22 dicembre 2006).

    Sette giorni dopo, ancora se ne parla. Complice la gravità del tema “vita – morte – eutanasia – accanimento terapeutico”, complice uno sciopero dei giornalisti che ha portato la conclusione della vicenda Welby sulla stampa quotidiana solo oggi, complice una scelta, quella di non concedere funerali religiosi, che davvero – pur con tutta la buona volontà – da tanti non è stata affatto capita… Complice tutto questo, ancora se ne parla.

    E’ vero: qualcuno ha cercato di sfruttare la vicenda Welby. Di fronte agli esponenti politici che straparlano, che presenziano, che fanno lo sciopero della fame, che quasi sguazzano fieri e colmi di loro stessi nelle fasi più terribili della vita di un uomo, alla ricerca della migliore inquadratura o del titolone ad effetto, di fronte a tutto questo in molti è sorto uno spontaneo ribrezzo. Un sacrosanto ribrezzo. Eppure, anche considerando tutto questo, la decisione di negare quel funerale religioso rimane controversa. Molto.

    Si è detto e scritto di tutto: il legalismo che vince sulla misericordia, il giudizio postumo che batte la comprensione, codici e codicilli che trionfano sull’umana pietà e sulla stessa volontà di affidare l’anima di un defunto a Dio. Quel Dio i cui pensieri forse, una volta di più, non sono i nostri pensieri. Fra i tanti aspetti ha fatto rabbrividire di quel comunicato soprattutto la glaciale lontananza, quel formalissimo “il defunto Dott. Piergiorgio Welby” che ha lasciato intravedere – a ragione o a torto – lo sguardo severo di un censore con il dito puntato, più che quello umile e rispettoso di chi le mani le tiene giunte in atteggiamento di preghiera. Ma di questo si è parlato davvero tanto, e non poteva essere altrimenti, visto che il sentimento ha – in casi come questi – sempre la prevalenza sul rigore della legge e sul diritto. (Per inciso, non è affatto detto che ciò sia un male…).

    E però, formalismo per formalismo e dogmatismo per dogmatismo, qualcuno continua a nutrire dubbi sul fatto che il “no” al funerale di Welby sia stata una scelta obbligata, cioè doverosa, per quanto umanamente difficile. Molti pensano cioè che quel funerale, anche da un punto di vista canonico, poteva essere celebrato: lo hanno riferito in questi giorni molti sacerdoti e anche qualche vescovo. Il punto da comprendere allora è: che cosa sono i funerali? Per chi si celebrano? Che senso hanno? Sono essi stessi un’anticipazione del giudizio di Dio, o non piuttosto l’affidamento a Dio e alla sua bontà dell’anima del defunto?

    Il comunicato del Vicariato ha citato il Catechismo della Chiesa Cattolica, nella parte in cui tratta dell’eutanasia e del suicidio (vedi i nn. 2276-2283). Qui di seguito, allora, diamo spazio alle parti dello stesso Catechismo della Chiesa Cattolica che trattano invece delle “esequie cristiane” (nn. 1680-1690). La domanda dei profani resta la stessa: davvero qualcosa impediva, sotto ogni punto di vista, la celebrazione di quel funerale?

    (1684) – Le esequie cristiane sono una celebrazione liturgica della Chiesa. Il ministero della Chiesa in questo caso mira ad esprimere la comunione efficace con il defunto come pure a rendere partecipe la sua comunità riunita per le esequie e ad annunciarle la vita eterna.

    (1689) – Il sacrificio eucaristico. Quando la celebrazione ha luogo in chiesa, l’Eucaristia è il cuore della realtà pasquale della morte cristiana. È allora che la Chiesa esprime la sua comunione efficace con il defunto: offrendo al Padre, nello Spirito Santo, il sacrificio della morte e della risurrezione di Cristo, gli chiede che il suo figlio sia purificato dai suoi peccati e dalle loro conseguenze e che sia ammesso alla pienezza pasquale della mensa del Regno. È attraverso l’Eucaristia così celebrata che la comunità dei fedeli, specialmente la famiglia del defunto, impara a vivere in comunione con colui che «si è addormentato nel Signore», comunicando al corpo di Cristo di cui egli è membro vivente, e pregando poi per lui e con lui.

    (1690) – L’addio («a-Dio») al defunto è la sua «raccomandazione a Dio» da parte della Chiesa. È «l’ultimo saluto rivolto dalla comunità cristiana a un suo membro, prima che il corpo sia portato alla sepoltura».

    utente anonimo

    28 Dic 06 at 22:18

  27. ciao

    utente anonimo

    28 Dic 06 at 22:20

  28. Grazie davvero Andrea per il contributo “inatteso” e per i chiarimenti importanti sul significato del funerale cattolico.

    Ecco, appunto caro Giggi, si diceva del riconoscimento della complessità della vita e della morte.

    Mauro

    broiolo

    28 Dic 06 at 23:51

  29. nessuno nega questa complessità, ma non si può nemmeno ridurre tutto a una questione di meri “diritti” da elargire.

    La cagnara che è stata montata dopo i mancati funerali di Welby per me resta vergognosa e superficiale.

    Giggi76

    29 Dic 06 at 11:13

  30. Dunque nel 1690 si stabili’ che nel funerale si raccomanda il defunto a Dio?

    Se cosi’ fosse, e sara’ cosi’, allora si sarebbe deciso, nel caso in questione, di non raccomandare un peccatore a Dio?

    Dico male se aggiungo che magari, cosi’ facendo, si volesse persino indirizzarlo laggiu’, dove abita l’angelo invidioso, quello che puzza di zolfo?

    Beh, alla faccia della misericordia e del perdono!

    PENSIERO NON PROFONDO:

    Ebbene la chiesa e’ come un qualunque stato o associazione:

    I vertici fanno storcere il naso(a volte anche le budella) ma per fortuna, piu’ in basso, stanno persone piu’ semplici e dignitose, che non si meritano leaders genere…E le speranze di migliorare stanno solo in loro.

    Chiaramente le associazioni a delinquere come la P2 sono escluse dal paragone!

    zigotecomics

    29 Dic 06 at 14:01

  31. Ho sollevato un bel polverone, non c’è che dire, ma ho trovato arricchente tutto questo scambio di opinioni e ringrazio tutti per questo. Vorrei allegare qui sotto un piccolo mio intervento mandato alla mailing list di Pax Christi il giorno della morte di Welby:

    “Avevo un piccolo sogno: un sacerdote a Roma con un briciolo di pietà verso chi aveva così tanto sofferto nella vita che aprisse la chiesa e obbedendo a Dio piuttosto che agli uomini celebrasse la funzione religiosa per Welby. La sera stessa una nota del Vaticano dichiarava sospeso a divinis il buon sacerdote con relativa scomunica. Allora il mio sogno continuava con l’immagine di tanti fedeli che circondavano la chiesa dov’era parroco il buon sacerdote e non lo lascia andare via. (rivedo un’immagine, vera stavolta, di qualche anno fa dove a San Cristobal de las Casas volevano uccidere il vescovo Ruiz, ma gli indios lo hanno difeso con la sola forza del proprio corpo impedendo ai killer dei latifondisti di entrare in vescovado). Il sogno riprende: la folla aumenta sempre più fino a diventare un vero e proprio fiume incalcolabile nelle sue dimensioni. Questo oceano di fedeli si dirige fino alla curia vaticana e caccia via, in maniera nonviolenta, i mercanti e i farisei dalla sede di san Pietro… nessuna violenza nessun ferito, solo una grande pulizia……

    troppo bello per essere vero… sic sic… Welby perdona i nostri cuori aridi”

    Un saluto a tutti

    Dino

    utente anonimo

    29 Dic 06 at 18:48

  32. ciao a tutti! sono di nuovo il seminarista di casale monf.(AL). girando su internet mi sono imbattuto nella lettera agli amici di ettore masina (devo dirvi chi è? no…), dal titolo “Mina welby e altro” (www.ettoremasina.it). ve la allego sperando di farvi cosa gradita. buon anno. andrea

    La Lettera di San Giacomo e il cardinale Ruini

    21 dicembre

    Mina Welby non è una donna qualunque, basta guardarla in faccia: gli occhi stanchi di chi ha avuto sonni continuamente interrotti, il volto con le rughe di chi troppe volte ha dovuto fingere un sorriso o nascondere un pianto.. Ha mantenuto in vita il suo uomo per una catena di giorni che sembrava infinita, come solo certe donne eroiche sanno fare quando il marito diventa un lungo degente e loro sono costrette a trasformare l’amore che gli portano, a diventare madri di un bambino senza bellezza. Sul corpo che un tempo si strinse gioiosamente al loro devono cercare ogni giorno, per tamponare, se è possibile, il progredire di un disfacimento senza recupero: le terribili piaghe da decubito, la perdita di funzionalità degli arti e degli sfinteri, la voce che diventa un bisbiglio, lo sguardo, talvolta, della bestia braccata, la speranza ormai evasa da ogni realtà. Così ha vissuto per anni e anni Mina Welby e se ci fosse una medaglia all’amore coniugale, dovrebbe esserne insignita.

    Quella medaglia dovrebbe dargliela, penso, il Movimento per la vita, perché Mina Welby ha mantenuto vivo e vigile (come suol dirsi) un uomo di cui si è innamorata e che ha sposato quando già le condizioni di lui erano segnate, segnato il suo destino. Lo ha conosciuto, ha raccontato, a una “gita parrocchiale”. Questo particolare mi commuove: tra i frutti più belli del Concilio c’è la nuova consapevolezza delle comunità cristiane a proposito dell’eminente dignità del malato; ogni volta che ad una festa o a un’altra lieta occasione vedo un gruppo di persone raccogliersi sorridendo intorno a una carrozzina, ripenso a un testo altissimo del Vaticano Secondo: “La Chiesa riconosce nei poveri e nei sofferenti l’immagine del suo Salvatore”.

    Per anni e anni Mina Welby ha dato al suo uomo non soltanto vita ma dignità di vita. Mi ha intenerito più volte vedere nelle fotografie come fosse propre questo malato: pulito e stirato il maglioncino, sbarbato il volto, pettinato il capo. Ma una donna non può ottenere l’impossibile neppure a costo di soccombere alla fatica. La vita di Piero è diventata una agonia sempre più atroce: speranze, nessuna; previsioni, terribili: fra qualche mese o settimana, non avrebbe più potuto deglutire, avrebbero dovuto operarlo nuovamente, introdurgli nell’in-testino una sonda per nutrirlo e idratarlo. Allora il corpo di Welby sarebbe stato definitivamente una crisalide di morte, una persona impedita di essere tale per la completa separatezza dalle funzioni umane. Infine – prima o poi… – sarebbe sopravvenuta la morte, per soffocazione. Piero Welby, che aveva retto tante sofferenze, di questa modalità di morte aveva il terrore.

    Mia moglie ed io abbiamo testimoniato, anni fa, in una causa di beatificazione, sulle virtù eroiche di Luigi Rocchi, un popolano di Tolentino. Malato della stessa malattia di Welby, Luigi aveva fatto del suo letto una cattedra di coraggio e di fede. Ma la morte era arrivata a quarant’anni e senza la costrizione meccanica imposta al marito di Mina dalla paradossale crudeltà del progresso tecnologico. E non tutti possono essere santi od eroi. “Luigino” Rocchi era noto a molti e da molti fu pianto e viene ricordato. Ma ebbe la fortuna di non diventare, come Piergiorgio Welby, un “caso”, un nodo di paure ancestrali e di speculazioni politiche, di commi e di moralismi, di giuste preoccupazioni e di filosofemi. Nessuno si arrogò il diritto di condannarlo a morte o a una non-vita. La madre eroica che egli ebbe accanto non dovette ascoltare discussioni su un caso piuttosto che su un uomo. Intorno a Piergiorgio, invece, si è eretto un circo mediatico in cui le conferenze stampa hanno prevalso su un rispettoso silenzio e una silenziosa solidarietà.

    Quelle intorno al caso Welby non sono state tutte parole inutili ma non credo siano servite molto a Mina. Sappiamo che Mina voleva, disperatamente voleva, che Piero non la lasciasse; ma anche che non si sentiva di imporgli, costringendolo a “vivere”, di andare verso l’orribile morte temuta.

    22 dicembre

    Neppure alla fine, lei restò con quel caro corpo, contorto dalla malattia, ma ormai in pace. Lo Stato glielo sottrasse per indagare su un possibile crimine. Intanto il dibattito continuava. Ma non per il Vicariato di Roma. Il cardinale Ruini, lui aveva soltanto certezze: il peccato per lui dominava la tragedia. E quando Mina desiderò che la Chiesa, la “sua” Chiesa, perchè Mina è cattolica, si prendesse cura del suo dolore nella celebrazione di un funerale relgioso, il porporato ha risposto che no, non si poteva, lo vietava il codice di diritto canonico. Lo ha spiegato ai telegiornali, con serena fermezza, il vescovo monsignor Fisichella: é vero che, a differenza di quanto avveniva un tempo, la Chiesa concede oggi ai suicidi funerali religiosi perchè può darsi che la loro scelta sia il risultato di un improvviso squilibrio psichico; ma Piergiorgio Welby era perfettamente consapevole di ciò che chiedeva. Perfettamente lucido e libero nelle sue decisioni dopo un martirio di tanti anni, una tortura quotidiana e prospettive ancora più atroci? Mina Welby, il suo dolore, il suo eroismo – ha detto la Curia – possono attendere. Forse più avanti, in forma riservata… I commi dei giuristi prevalgono sull’insegnamento del Cristo? Dice la Lettera di San Giacomo: “religione pura e senza macchia davanti a Dio nostro padre è soccorrere gli orfani e le vedove nel momento delle loro afflizioni…”. Parola di Dio, ma non a Roma.

    utente anonimo

    29 Dic 06 at 19:40

  33. e bravo maurobiani!

    sabotar

    se vuoi passa a staccarmi la spina

    grazie

    sabotar

    3 Gen 07 at 03:44

  34. ma allora sei terrorista anche tu!

    Ora ti denuncio, sul mio blog…

    aelred

    11 Mag 07 at 15:03

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