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Diossina e maiali (e una notizia sulla questione Servizi Sociali a Roma)

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La diossina “percepita” in 2 notizie: 1 e 2. La vignetta è uscita lunedì 15 su Emme con LUnità.

O.t. ma importante. Ai passanti e ripassanti: a seguito del pezzo satirico di A. Spanò e della mia vignetta sulla riorganizzazione di alcune strutture del servizio sociale di Roma (pezzo e vignetta usciti anche su Liberazione di mercoledì 3 dicembre e postato sul blog il 4 dicembre), il dott. Aldo Barletta, Dirigente dell’emergenza Sociale del Comune di Roma, ha lasciato un commento al succitato post spiegando il suo punto di vista sulla questione. Ringraziandolo davvero per l’intervento, rassicuriamo tutti i passanti e ripassanti del blog e i lettori di Liberazione, che stiamo seguendo gli ulteriori sviluppi e a conclusione della vicenda informeremo tutti dell’epilogo.

Casa, famiglia, patria e libertà

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Una lettera-appello (che trovate in coda al post)  inviata da operatori sociali ed educatori professionali di Roma che denunciano una "grave situazione di disagio" nei centri di accoglienza per madri con figli minori e persone senza fissa dimora per i prossimi "tagli" annunciati dal Comune, è stata rilanciata anche attraverso una mia vignetta e un pezzo di Alvise Spanò, usciti ieri su Liberazione friprez. Nei prossimi giorni altre iniziative.
Casa, famiglia, patria e libertà. Di Alvise "Homeless" Spanò alvise.spano[at]gmail.com
"Ma proprio non l’avete capito perché la "Casa delle libertà" ha cambiato il suo nome in "Popolo delle libertà"? E’ molto semplice: per la casa ci vuole un tetto, e bisogna pagare le spese di condominio, mentre il popolo può stare anche all’aria aperta in mezzo alla strada, e se cerca riparo sono cazzi suoi. A fare le spese di questo salto culturale e semantico sono state le "Case Famiglia" che accolgono madri con figli minori e persone senza fissa dimora del Comune di Roma, ai quali sono stati tagliati i finanziamenti perché il popolo delle libertà può benissimo cavarsela da solo senza un tetto sulla testa, e degli altri chi se ne fotte. Ma in tutto questo non si è riusciti ad evitare i soliti piagnistei assistenzialisti, le fastidiose lacrime di coccodrillo degli operatori sociali che non hanno saputo aggiornare la loro professione: è come se i maniscalchi si lamentassero perché la gente non va più a cavallo, o i telegrafisti volessero continuare a usare l’alfabeto morse negli uffici delle poste. Questa gente che punta ancora sui servizi sociali come prevenzione del disagio non ha capito che oggi l’aria è cambiata, Read the rest of this entry »

Written by Mauro Biani

Dicembre 4th, 2008 at 1:03 pm