Fino a sabato prossimo in edicola, la mia vignetta settimanale con Left.
p.s. e Alemanno conferma su Twitter. Solo che l’incubo turba Roma intera.
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Il giro
I rischi stereotipati di un processo allo Stereotipo
Processo per concussione e prostituzione minorile, cosucce. Boccassini chiede 6 anni per Berlusconi.
Durante la requisitoria: “Ruby furbizia orientale“. La vignetta oggi su il manifesto.
Sempre oggi su il manifesto, Alemanno e la marcia per la vita.
Auschwitz, Roma.
Fiamme in una baracca in via Appia. Muoiono quattro fratellini rom.
Quasi per “metafora” perfetta della sconfitta dell’educazione, ieri è morto Giovanni Bollea.
o.t. altra vignetta oggi su l‘Unità.
Aggiornamento 8.2.’11: la vignetta quissù, oggi su Liberazione.
Casa, famiglia, patria e libertà
Una lettera-appello (che trovate in coda al post) inviata da operatori sociali ed educatori professionali di Roma che denunciano una "grave situazione di disagio" nei centri di accoglienza per madri con figli minori e persone senza fissa dimora per i prossimi "tagli" annunciati dal Comune, è stata rilanciata anche attraverso una mia vignetta e un pezzo di Alvise Spanò, usciti ieri su Liberazione friprez. Nei prossimi giorni altre iniziative.
Casa, famiglia, patria e libertà. Di Alvise "Homeless" Spanò alvise.spano[at]gmail.com
"Ma proprio non l’avete capito perché la "Casa delle libertà" ha cambiato il suo nome in "Popolo delle libertà"? E’ molto semplice: per la casa ci vuole un tetto, e bisogna pagare le spese di condominio, mentre il popolo può stare anche all’aria aperta in mezzo alla strada, e se cerca riparo sono cazzi suoi. A fare le spese di questo salto culturale e semantico sono state le "Case Famiglia" che accolgono madri con figli minori e persone senza fissa dimora del Comune di Roma, ai quali sono stati tagliati i finanziamenti perché il popolo delle libertà può benissimo cavarsela da solo senza un tetto sulla testa, e degli altri chi se ne fotte. Ma in tutto questo non si è riusciti ad evitare i soliti piagnistei assistenzialisti, le fastidiose lacrime di coccodrillo degli operatori sociali che non hanno saputo aggiornare la loro professione: è come se i maniscalchi si lamentassero perché la gente non va più a cavallo, o i telegrafisti volessero continuare a usare l’alfabeto morse negli uffici delle poste. Questa gente che punta ancora sui servizi sociali come prevenzione del disagio non ha capito che oggi l’aria è cambiata, Read the rest of this entry »