Questione di Proporzioni

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Written by Mauro Biani

Gennaio 16th, 2009 at 10:07 pm

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  1. 300 bambini. L’asilo di mia figlia ne conta tanti (10 più o 10 meno).

    Da noi se ne parlerebbe per decenni.

    Ci strapperemmo i capelli per decenni.

    Sioux

    17 Gen 09 at 03:03

  2. Ho pubblicato il link alla tua vignetta nella mia pagina di facebook , esprimeva meglio di come io avrei potuto fare ,tutta la mia rabbia.

    Ciao.

    senzanome

    17 Gen 09 at 09:03

  3. Viviamo il tempo del “ma anche..”

    Muoiono in 300 bambini palestinesi.. ma anche qualche bambino israeliano.

    Tirano missili su Gaza ma anche qualche qassam arriva su israele… ma anche … ma anche… non se ne esce.

    utente anonimo

    17 Gen 09 at 09:31

  4. Prima esclamazione, a caldo: accidenti, ed io che cerco un vignettista da mesi. Poi, leggendo e scorrendo i vari post del tuo blog, la riflessione si fa più profonda, specie su un argomento, come quello dell’ultimo post, tristemente attuale. Apprezzato il taglio satirico, con quella nota di riferimento matematico, da cui scaturisce un profonda capacità di rielaborazione critica. Ottimo anche l’intento didascalico che ne consegue. Graficamente trovo che i colori siano ben accostati fra loro, con quell’antitesi del B/N in alto, proprio a stigmatizzare il dramma che hai voluto immortalare.

    Insomma, in una parola: complimenti!!!

    Carmen

    PostIda

    18 Gen 09 at 20:32

  5. O.T. Apprendo dal sito de “l’Unità” che chiude “Emme”. Desolante decisione.

    Frank57

    18 Gen 09 at 23:25

  6. Se fossero stati i palestinesi ad uccidere 300 bambini israeliani… Non per voler essere cinico e alimentare la macabra comparazione, ma nell’ipotesi avanzata intendo riferirmi all’atteggiamento dei mass media, che già ora deformano la realtà. Un bambino israeliano vale come cento palestinesi?

    Gli impotenti della terra assistono e silenziosamente approvano.

    Frank57

    18 Gen 09 at 23:30

  7. A volte ho pensato bastasse fare onestamente il proprio lavoro, o dedicarsi con affetto e passione alle persone per cui si lavora, dedicare loro gratuitamente una giornata di normalita’ e viverla insieme. Altre volte ho pensato che fare servizio educativo con i ragazzi servisse a costruire pezzetti di coscienza e che questi contribuissero almeno al pensiero di un mondo piu’ giusto. Poi ho pensato fosse profondamente umano e giusto arrabbiarsi per difendere il proprio lavoro, inteso come posto di lavoro,come attivita’ da svolgere e come tutela delle persone a cui e’ rivolto. Poi ho anche pensato fosse giusto confrontarsi e ,perche’ no,arrabbiarsi se necessario con i propri assistenti ecclesiastici, per difendere il servizio svolto in tutti questi anni nel quartiere e anche i principi che ne sono alla base. Un pomeriggio poi sono andata anche al cinema ed ho visto e sentito cose terribili che gia’ conoscevo.Ma e’ stato come vederle per la prima volta.Mi sono sentita in colpa per essermi preccupata del mio lavoro, per aver pensato di aver fatto chissa’ quale servizio per cui magari mi aspettavo anche un grazie.Mi sono sentita in colpa per tutto.C’e’ una scena in cui fucilano dei bambini.Ho chiuso gli occhi immaginando fossero i miei figli.La mente si e’ confusa, non sono neanche riuscita a focalizzare l’immagine.Ho solo chiesto perdono.E pensato che, molto umilmente, dobbiamo tutti rimboccarci le maniche.Un abbraccio.

    utente anonimo

    19 Gen 09 at 12:05

  8. israele ha sempre ragione !!

    e sennò sei antisemita.

    utente anonimo

    21 Gen 09 at 09:45

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