Code estive. L’Italia prima europea nel turismo sessuale

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Segnalo l’uscita estiva di cinque riviste a cui collaboro. Amani, Casablanca, Idea Vegetariana (che escono con miei disegni in copertina), Pizzino (clicca e vedi la mia vignetta all’interno) e Azione Nonviolenta (che uscirà a giorni). Mi soffermo su Amani e riporto per intero lo “speciale” sul turismo sessuale. La scelta cade per un “brainstorming” che segue il filo dell’infanzia negata, e del lutto per i quattro bambini morti nel rogo presso Livorno. La condizione necessaria alla lettura è quella di spogliarsi del lindo costumino da bagnante nei lidi nostrani e di scoprirsi ancora una volta in lerce mutande immersi nella consueta melma maleodorante. Buona lettura.
Carne fresca
Kenya. Un rapporto congiunto di Unicef e governo di Nairobi, diffuso nel dicembre scorso, rivela che almeno 15mila minorenni, in gran parte di sesso femminile e tra i 12 e i 14 anni di età, sono vittime saltuarie di sfruttamento sessuale. Altri 3mila si prostituiscono a tempo pieno. L’indagine è stata condotta lungo la costa del Kenya tra Malindi e Ukunda. Gli uomini che cercano “carne fresca” sono per il 38% keniani, poi italiani (18%), tedeschi (14%), svizzeri (12%). Il rapporto invita a non criminalizzare i minori coinvolti nella prostituzione. Si dovrebbero anzi istituire programmi di riduzione della povertà mirati ai bambini e agli adolescenti, e trasferire iniziative di educazione dei minori da Nairobi al litorale. Mondo. Dal 2004 esiste un Codice di condotta del settore turistico per proteggere i bambini dal turismo sessuale. È stato promosso da Organizzazione mondiale del turismo, Unicef e Ecpat (la campagna internazionale nata nel 1991 per difendere dal turismo sessuale i bambini indocinesi). A esso sono sollecitati ad aderire operatori turistici, hotel, agenzie di viaggio.
Primati italiani
Il nostro paese è al primo posto in Europa per domanda di sesso all’estero con minori. Sono circa 80mila i maschi italiani che ogni anno si recano in paesi stranieri — prima meta, il Brasile — con questa finalità. Il Triveneto è la regione più “attiva”. Nel marzo scorso è stato condannato un veronese (14 anni di reclusione e 65mila euro di multa) per reati sessuali all’estero, particolarmente in Thailandia. È la prima volta che giunge a termine un procedimento penale in attuazione della legge n. 269 del 1998 — reputata all’avanguardia nel mondo — sulla punibilità di tali delitti anche se commessi… in trasferta.
Turismo sessuale in Kenya di Fred Oluoch*
È il pacchetto, bellezza. Sei in vacanza. Un po’ di compagnia fa sempre piacere. E dai pure un aiutino economico…
Esiste tutta una categoria di turisti – soprattutto fra i 45 e i 65 anni – che si reca in Kenya a caccia di situazioni che possano ravvivare la loro vita sessuale. I fatti sono sotto gli occhi di tutti. Padre Kizito Sesana racconta: «Qualche tempo fa, con un amico, ho visitato la costa a nord di Mombasa, chiamata “la Costa Tedesca” a motivo della forte presenza di turisti dalla Germania. Era marzo, e i turisti erano pochi. Nel tardo pomeriggio siamo entrati in un bar per bere qualcosa di fresco e siamo restati colpiti dalle strane coppie sedute ai tavoli: uomini bianchi anziani con ragazzine, o con ragazzi adolescenti; donne bianche con ragazzi che potevano essere i loro figli o nipoti. Ancor prima di digerire la sorpresa, veniamo avvicinati da una serie di ragazzine e poi di ragazzi. Siamo usciti senza finire la birra». Il fenomeno, se lasciato senza controllo, potrebbe avere un impatto negativo anche sul turismo: quelli che si sentono a disagio, così mescolati a dei pedofili, se ne andranno in vacanza altrove. Un colpo ulteriore all’industria del turismo nazionale, già indebolita dagli “avvisi” negativi dei governi occidentali e minacciata da destinazioni emergenti come Sudafrica, Tanzania, Botswana e Namibia. Il turismo sessuale è gestito da una complessa rete segreta. I luoghi di incontro sono ville ben riparate e vigilate, saloni di bellezza, centri per massaggi e residence. Fanno parte della filiera alcuni operatori turistici e alberghieri. In testa viene Mombasa, seconda città keniana e porto di rilievo. Qui, per soddisfare i marinai delle portaerei americane, arrivano ragazze fin dalla Repubblica Democratica del Congo, da Ruanda, Burundi, Uganda e Tanzania. I marinai pagano fino a 100 dollari a incontro. Ma ultimamente le portaerei scarseggiano… C’è poi Malindi, dove le ragazzine sostano nei dintorni delle spiagge degli alberghi. Lamu, città del XII secolo, inserita nella lista dei patrimoni dell’umanità dell’Unesco, sta facendosi una fama presso gli omosessuali in cerca di ragazzini. Robert Nyagah, un ex giornalista ora operatore turistico a Malindi, ammette che la squadra di operai del sesso è grande, in rapporto alle dimensioni della città. Ma si domanda: «Una volta che noi ci mettiamo sul mercato come paese libero, in che modo potremmo imporre restrizioni alla libertà dei turisti? Com’è possibile differenziare i turisti veri da quelli che cercano solo sesso? E come si può distinguere una ragazza che cerca un compagno per la vita, sia esso turista o meno, da una prostituta?». Roberto Macrì, console onorario italiano a Malindi, crede che la questione sia esplosa in modo sproporzionato: «Se i turisti vogliono sesso, allora vadano in Thailandia o in Brasile, luoghi ben noti per questo. Certo, come in qualsiasi altro posto del mondo un visitatore in Kenya, passeggiando sulla spiaggia, non sarebbe dispiaciuto di conversare con una ragazza disponibile. Ma è difficile capire se il turista viene intenzionalmente per il sesso o se vi si dedica per l’offerta che trova». Soldi facili da una parte e disoccupazione dall’altra spingono in questo mercato un gran numero di ragazze. Alcune di loro, anche sposate, cedono al fascino del denaro e non la definiscono prostituzione ma semplicemente “ospitalità ai visitatori”. C’è chi ha intrapreso delle relazioni costruttive, che hanno rappresentato la loro fortuna. Oggi sono donne con una bella casa e una buona macchina, e ciò attrae le più giovani. Non mancano infine i casi in cui sono i genitori stessi a incoraggiare le figlie. Ma questo commercio non si limita alle ragazze. Anche un numero crescente di loro coetanei si avvicina a questo mondo in cerca di opportunità. Molti ragazzi hanno drasticamente cambiato vita dopo aver conosciuto donne europee di mezza età. Soprattutto tedesche. La questione del sesso minorile è ulteriormente complicata dalle tradizioni. Mentre gli attivisti cercano di influenzare anche la politica per proibirlo, per la popolazione della costa a 13 anni le ragazze sono già da marito. I locali non capiscono il perché di tanto subbuglio. Da parte sua, il governo disapprova lo sfruttamento sessuale, ma teme di prendere posizioni forti. Una direttiva proibisce agli alberghi di ospitare minorenni accompagnati da adulti, ma la norma è rispettata di rado. Gli albergatori si difendono. Okoth Waudi, il proprietario del Casablanca Night Club di Mombasa — uno dei punti più famosi dove le ragazze ronzano attorno ai turisti — sostiene che questi non cercano donne necessariamente per sesso, ma a volte solo per compagnia. «Con l’Aids, il turismo sessuale è diminuito. I turisti si comportano con maggiore cautela. È meno facile per le ragazze abbordarli. Li intrattengono solamente e poi se ne vanno». Però ammette che il suo Club attrarrebbe pochi clienti, senza le ragazze. Secondo Geodfrey Karume, proprietario del ristorante Baobab di Malindi, gli alberghi cercano di responsabilizzarsi moralmente e di restringere la clientela che cerca sesso. Ma non è facile, dato che la moralità va “equilibrata” con i profitti. «È il mercato più antico che esista, e se qualcuno è determinato a prendersi una ragazza, non lo puoi fermare, a meno che tu non gli dica di non mettere più i piedi in Kenya. Una chiacchierata amichevole e il sesso fanno parte del pacchetto. Non c’è modo di separare le due cose».
* Fred Oluoch, sociologo, giornalista e analista politico keniano, è autore di un ampio servizio sull’argomento pubblicato da News from Africa e ripreso da The Big Issue.

Written by Mauro Biani

Agosto 12th, 2007 at 3:31 am

8 Responses to 'Code estive. L’Italia prima europea nel turismo sessuale'

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  1. Ma un minuto per respirare ce l’hai? 😀

    Mau, sei meravigliosamente instancabile 😉

    Meri

    mericonci

    12 Ago 07 at 13:01

  2. grandissima quella dei porci.

    P.S.: non l’hai pescato il codice IBAN? 😉

    zigotecomics

    12 Ago 07 at 17:30

  3. Ciao Zigotecomix!

    Allora, sì, ho il codice e ricapitolo il tutto:

    IBAN: IT 37J0516416903000000

    In generale, per fare il bonifico:

    Banca Popolare Italiana

    c/c 1830/88 intestato a Graziella Rapisarda

    ABI 5164

    CAB 16903

    CIN R

    Oppure, Si può inviare un assegno intestato a Graziella Rapisarda Via Caronda 412 – 95128 Catania

    Mi spiegano che per l’estero, meno di 60 euro non è possibile…

    Mauro

    broiolo

    12 Ago 07 at 23:04

  4. I tedeschi e gli svizzeri almeno non fanno il Family Day.

    utente anonimo

    13 Ago 07 at 08:29

  5. Coordinate ricevute , Mauro, per i sessanta euri non c’e’ problema, l’avevo gia’ calcolato, SOLO CHE, mannaggia, non vedo apparire tra i numerelli il cuginetto del codice iban, il piccolo BIC detto anche SWIFT-CODE…senza quello non funzionerebbe nulla!

    Lo so, e’ un casino versare dall’estero…pensa che non son riuscito nemmeno ad abbonarmi a Pizzino!!!

    zigotecomics

    13 Ago 07 at 17:55

  6. Zigotecomix: azzzz…. cerco di saperlo quanto prima.

    M.

    broiolo

    14 Ago 07 at 01:14

  7. la vignetta di amani è eccellente. addirittura ci metterei un “.” (un punto) prima di “porci”.

    buona estate

    cabaLandCabbages

    utente anonimo

    14 Ago 07 at 09:41

  8. […] di concussione e prostituzione minorile. p.s. qui alcuni dati sul turismo sessuale italiota. Poi un reportage del 2007 di […]

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