Il Calumet spento e lo Sciamano di Assisi

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Nel febbrone pre-elettorale, si perde nel mare magnum di notizie, la riforma della curia di Papa Ratzinger. E qui il rapporto con le altre confessioni viene “diluito” nell’ambito di un’attenzione generale ai fenomeni culturali. (cfr. "Va in archivio la pari dignità tra le fedi" di M. Politi)
Io ero ad Assisi nel 1986. Capitato quasi per caso. 19enne, ero andato per un campo scuola con gli scout e mi ero ritrovato a respirare quell’aria fresca e lieve dell’incontro tra tante spiritualità. Il Dalai Lama e i Musulmani, il Papa e i Sik, lo Sciamano Sioux e gli Indù, il Patriarca Ortodosso e il Rabbino Ebreo, gli Animisti… Vi parteciparono 50 rappresentanti delle Chiese cristiane (oltre ai cattolici) e 60 rappresentanti delle altre religioni mondiali. Per la prima volta nella storia si realizzava un incontro come questo.


"L’incontro di Assisi, il 27 ottobre 1986, resta inciso nella memoria. In quel giorno il papa Giovanni Paolo II e i rappresentanti delle diverse religioni si erano riuniti per la prima volta per una giornata di preghiera a favore della pace, in piena crisi degli euromissili. L’evento suscitò l’opposizione delle correnti integraliste, mentre fu salutato da molti come il simbolo di un nuovo atteggiamento dei cristiani, che si lasciavano alle spalle l’epoca delle crociate e dell’intolleranza. Questo atteggiamento, già preconizzato dalla dichiarazione Nostra Aetate del Concilio Vaticano II, aveva avuto una espressione solenne nell’incontro di Assisi. Ma era prevedibile che "lo spirito di Assisi" non avesse vita facile in Vaticano e dintorni. Esso doveva sfidare una prassi con secoli di esclusivismo alle spalle, all’ombra dell’assioma "fuori della Chiesa non c’è salvezza". La linea del dialogo interreligioso aveva dovuto subire le conseguenze di un clima più disposto alla cautela che all’audacia in questo campo. Il papa non aveva mancato di appoggiare la Comunità di Sant’Egidio che aveva tenuto vivo l’ideale profetico di Assisi mediante la celebrazione di 19 incontri interreligiosi, anno dopo anno, in diverse città del mondo." (cit. da La Rocca)


Il ricordo più satirico e direi "profetico"che mi porto dietro di quell’incontro è quello della fumata del calumet della pace (suggestiva e davvero istruttiva cerimonia) dell’officiante Sciamano Sioux con altre personalità, nella chiesa di S. Damiano. Nel passare, il calumet arriva al diplomatico USA e questo tenta di aspirarne la pacifica boccata. Una, due volte, ma il calumet si spegne, tra gli ammiccamenti ironici e le risate strozzate in gola degli astanti (io, piegato in due). Allora pazientemente lo Sciamano si avvicina, lo riaccende e lo porge ancora al diplomatico USA che finalmente può fumare. Quasi parte l’applauso. Ecco diciamo che oggi lo Sciamano Sioux, sarebbe davvero d’uopo. E non per ultimo a Benedetto XVI consiglierei una bella fumata di calumet. Invece ci tocca registrare questa lenta e inesorabile “restaurazione”, in un mondo sempre più povero di pazienti e pacifici Sciamani.

Written by Mauro Biani

Marzo 17th, 2006 at 3:32 am

4 Responses to 'Il Calumet spento e lo Sciamano di Assisi'

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  1. e la fede? Dov’è finita la fede? Grazie a Dio l’abbiamo smarrita per aprire bene gli occhi su un mondo che ci piace sempre meno. ciao

    palommellarossa

    17 Mar 06 at 10:23

  2. Che i frati di Assisi sarebbero stati ridimensionati (cosa per altro giusta, il Vescovo era tutto fumo e niente arrosto, loro erano molto più che autonomi, ma proprio una chiesa a parte) lo si era visto fin dalla metà di novembre, quando aveva revocato il motu proprio e cambiato vescovo.

    In quel caso si erano ribellati, che in fin dei conti non avevano neanche ragione.

    Adesso voglio proprio vedere cosa faranno, loro, e tutti quelli che vogliono far polemica (che son tanti)

    FulviaLeopardi

    17 Mar 06 at 13:04

  3. Ehm Fulvia, hai letto il post? Non si parlava dei frati.

    M.

    broiolo

    17 Mar 06 at 13:28

  4. L’ho letto

    Ma l’incontro tra religioni si tiene in Basilica, non altrove, e partecipano anche i frati.

    Era una riflessione generale Ratzinger – Assisi 🙂

    FulviaLeopardi

    18 Mar 06 at 12:54

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