Rapiti dagli Zingari
Il fenomeno di rapimenti di bimbi italiani da parte di nomadi o organizzazioni criminali non compare nei dati raccolti dalla polizia di Stato sui minori scomparsi. E’ invece una costante registrata dagli studiosi di leggende metropolitane. E’ quanto emerge dall’analisi delle statistiche diffuse dalla direzione centrale della polizia criminale riguardanti scomparse di minori in Italia (www.bambiniscomparsi.it) e dai pareri espressi con Reuters da alcuni esperti.
Lo scalpore suscitato nei giorni scorsi dalla notizia di due nomadi scarcerate dopo aver patteggiato una condanna per tentata sottrazione di minore davanti ad un giudice di Lecco, ha indotto
Nella stessa fascia d’età, tra gli italiani (225 nel 2004) prevalgono le ragazze allontanatesi volontariamente da casa per seri motivi di disadattamento o gravi dissidi familiari.
Considerazioni, dice il sito della polizia, che valgono anche per i minori di fascia 11-14 anni sia stranieri (366 nel 2004) che italiani (122 nel 2004). Mentre tra i minori sino ai 10 anni stranieri (105 nel 2004) e italiani (93 nel 2004), dice ancora il sito, prevale sempre più la sottrazione da parte di uno dei coniugi separato o in via di separazione conflittuale, o di genitori resisi irreperibili con un minore che il Tribunale per i Minorenni aveva affidato ad appositi istituti o ad altre famiglie.
Il monitoraggio, dice ancora la polizia, esclude che esistano organizzazioni criminali dedite a rapimenti di minori per sfruttamento nel mondo della pedofilia o della prostituzione, o per espianti di organi. E rileva nell’accattonaggio bimbi in prevalenza delle comunità di nomadi Rom di origine slava, una minoranza in crescita specie al Nord di bimbi marocchini e di minorenni di etnia albanese e rumena "affidati" dalle proprie famiglie ad organizzazioni criminali che li collocano in Italia.
"STORIE CHE RACCONTANO LE NOSTRE PAURE COLLETTIVE"
Casi di rapimenti di minori italiani da parte di nomadi non compaiono nemmeno nel vasto archivio dei dati raccolti dal Cestim di Verona (Centro Studi Immigrazione, www.cestim.it) che comprende anche una casistica sulla criminalità.
"Ci sono delle rappresentazioni dell’immaginario collettivo che spesso non corrispondono neanche lontanamente alla realtà, non partono da osservazioni oggettive ma dal consolidarsi di uno stereotipo", dice a Reuters Carlo Melegari, sociologo direttore del Cestim.
"Per tutto il 2000 il nostro osservatorio discriminazione razzismo ha tenuto anche un numero verde quotidiano e casi del genere non ne furono segnalati nemmeno allora".
Quella dei bimbi rapiti da zingari è una "classico" invece per gli studiosi di leggende metropolitane.
"Una storia che è tornata a circolare con forza dopo la scomparsa lo scorso settembre della piccola Denise a Mazara del Vallo", dice a Reuters Paolo Toselli, coordinatore del Centro per
"Si tratta di una leggenda fortissima. Negli anni Settanta era ambientata in un mercato, con una zingara che nascondeva il bimbo sotto le gonne… negli anni Ottanta negli Usa si trasforma, sono immigrati, non zingari, forse portoricani, che fanno sparire bambini dai centri commerciali. Poi dal ’93 la storia arriva in Italia: un bambino sottratto dal carrello del supermercato, magari ritrovato con i vestiti cambiati ed i capelli tagliati, irriconoscibile, già pronto per essere portato via…".
La dinamica, di queste storie è costante, spiega l’esperto. "Come negli anni Sessanta, quando negli Usa girava la storia della baby sitter che l’Lsd trasforma in cannibale, nelle leggende i bambini rappresentano l’indifeso in pericolo, al diverso tocca il ruolo di minaccia. Ma in un quadro verosimile, avvalorato magari da elementi concreti, in questo caso la microcriminalità o l’accattonaggio tra i nomadi, queste storie di fantasia raccontano soltanto le nostre paure collettive". (articolo di Roberto Bonzio, Reuters Italia)
Interessante su Kelebek e Mariella Mehr.
utente anonimo
13 Feb 05 at 07:34 edit_comment_link(__('Edit', 'sandbox'), ' ', ''); ?>
Grazie per questo articolo: purtroppo la razionalità raramente é vincente.
In fatto di pregiudizi contro gli zingari ho anch’io una mia vicenda significativa.
Anni fa in una città italiana sono stata scippata vicino ad una stazione ferroviaria. Tre ragazze vestite di nero, capelli scuri e carnagione chiara (é tutto quello che so di loro) mi hanno abilmente preso il portafoglio che conteneva un tesserino di cui avevo bisogno e, per riaverlo, avrei dovuto esibire la denuncia di furto o smarrimento. Mi sono recata alla vicina stazione di polizia e ho presentato denuncia (avessi scelto lo smarrimento!). Mentre un poliziotto verbalizzava l’accaduto e io dicevo appunto che tre ragazze … ne é entrato un secondo e ha detto “zingare”. Io mi sono rifiutata di accettare una classificazione di cui non potevo sostenere il fondamento, la discussione é stata un po’ serrata e solo al mio rifiuto di firmare un verbale che contenesse quella (o qualunque altra) definizione etnica di cui io non potessi dare dimostrazione il verbale é stato redatto in forma corretta.
Della serie: come rendere credibili i pregiudizi…
AUG
14 Feb 05 at 15:52 edit_comment_link(__('Edit', 'sandbox'), ' ', ''); ?>
Ottime cose, come sempre. Le ho viste anche su Macchianera.
utente anonimo
16 Feb 05 at 11:50 edit_comment_link(__('Edit', 'sandbox'), ' ', ''); ?>