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Guinzagli.


 


La soldatina Linndye England, con la sua frangetta e i sui guinzagli, è diventata una star mondiale della malvagità. Le corrispondenze dagli Usa la raccontano come la tipica ragazzetta della provincia americana, entrata nella polizia militare per bisogno di denaro e perché un lavoro vale un altro. Prima di farne il capro espiatorio del nostro disgusto, bisognerebbe riflettere sullo smisurato potere di offesa e di disumanità che la guerra scarica addosso a piccole persone come Linndye. Rotelline di un pauroso ingranaggio di violenza, pateticamente controllato da ipocriti “codici d’onore” che bastano appena a simulare regole e dignità laddove la sola regola è la paura di morire e la necessità di far morire gli altri.


Le guerre (tutte) sono decise da uomini di potere adulti molto responsabili e rispettati, e fatte da ragazzini resi mezzo pazzi dal terrore. Gli sceicchi canuti e spiritati mandano a crepare adolescenti imbottiti di tritolo, i ministri incravattati affidano il Nuovo Ordine Mondiale a ventenni cresciuti a pop-corn che non sanno neanche dove sono e perché ci stanno. Nelle orribili foto ricordo di Linndye si vede il guinzaglio che lei tiene in mano, non si vede quello che l’ha trascinata in Iraq.

(Michele Serra, La Repubblica, sabato 8 maggio 2004)


Written by Mauro Biani

Maggio 9th, 2004 at 12:15 am

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  1. già… bisogna sempre andare più a fondo…

    utente anonimo

    9 Mag 04 at 10:19

  2. …per me gli autori di queste torture devono pagare tutti!!!…dal primo…più alto in grado che muove i fili…all’ultimo che tortura e scatta le foto…..TUTTI……Da quanto tempo BUSH E BLAIR erano al corrente di queste torture e non hanno fatto niente????….la CROCE ROSSA denunciava questo tipo di sevizie da diversi mesi……anche l’Italia deve esigere la verità e la chiarezza…lo farà??????

    un saluto

    Enrì

    SuonatoreJones

    9 Mag 04 at 14:26

  3. …questo in fondo vuol dire che il ‘sistema americano’ funziona bene…sforna disadattati pronti a tutto e abituati alla violenza del quotidiano e della subcultura televisiva e cinematografica.

    nessuna coscienza. non serve…ahime..

    ermionetraipini

    9 Mag 04 at 19:30

  4. Qualcuno (miseramente) sostiene oggi: “noi abbiamo il coraggio di scriverlo sui giornali”.

    Questo stesso qualcuno non osserva che le scuse di frattini arrivano molto dopo le scuse di altri….

    Da buon servo, ed in contrasto con alcune recenti affermazioni del premier, non poteva presentarle che da ultimo…..

    Ricordo i titoli dei giornalisti del TG5 quando “scoprirono” le torture inflitte in somalia dai “nostri ragazzi”.

    Al TG3, l’inviato da londra (sottolineandone a più riprese l’ipoteticità) riporta la notizia di un reparto addestrato in inghilterra allo scopo di insegnare le tecniche di “raccolta delle informazioni”…..

    .

    utente anonimo

    9 Mag 04 at 20:10

  5. Le tragedie non hanno mai una fine… putroppo!

    MaxBukowski

    9 Mag 04 at 22:05

  6. la morte della morale; la morte dell’occidente. ora non potremmo più fingerci civilizzatori di barbarbi. ciao Mauro, buon lavoro 🙂

    Grazia

    10 Mag 04 at 07:49

  7. Io il culo a mandolino glielo farei a quei cogioni che hanno scattato le foto. Dico: ci son lì i colleghi tuoi che stanno lavorando -non fanno altro che fare quello che gli hanno ordinato. Tu, lavativo schifoso, anziché dargli una mano ti perdi tempo a fare il Robert Capa della situazione.
    Poi dice: sorridono anche, quei bastardi. Per forza: uno ti mette in posa e tu non fai il sorrisino di circostanza? Metti che le fanno vedere a figli e nipoti, se l’ambiente è troppo teso quelli si spaventano

    Ancora più bastardi sono quelli che si sono venduti le foto ai giornali, senza preoccuparsi che potevano gettare fango sulla loro Patria.

    Infatti, giustamente il primo a finire sotto processo è stato il fotografo.

    Così s’impara a farsi i cazzi suoi.

    utente anonimo

    10 Mag 04 at 11:47

  8. già… bisogna proprio chiederci il perchè… e da dove è iniziato tutto cio’… ma andremmo a finire troppo in la’… ora spero solo che la giustizia faccia il suo corso riguardo quest’ultimo brutto episodio… cmq complimenti anche a te per le tue opere…

    BlueDreamer

    10 Mag 04 at 12:34

  9. sante parole, in parte valide anche per un ventenne che nel 2001 sparò a genova.. flyfra

    utente anonimo

    10 Mag 04 at 13:33

  10. Leggo solo verità in questo pezzo. Grande Serra, sempre.

    Tripudiatore

    utente anonimo

    10 Mag 04 at 13:45

  11. Queste parole di Michele Serra sono assolutamente vere! Metto il link al tuo bellissimo blog sul mio!

    freemorpheus

    10 Mag 04 at 15:58

  12. La Croce Rossa aveva denunciato da tempo a Blair le torture in Iraq.

    La Croce Rossa non fece denunce pubbliche, interviste, manifestazioni.

    La Croce Rossa riceve grossi finanziamenti pubblici.

    La Croce Rossa con i grossi finanziamenti pubblici organizza anche convegni e manifestazioni.

    Alle sue iniziative propagandistiche la Croce Rossa invita anche i potenti politici. Per ringraziarli per i finanziamenti che le concedono.

    La Croce Rossa aiuta le vittime delle guerre scatenate da quei potenti politici che invita alle sue manifestazioni e che ringrazia per i finanziamenti che le concedono per soccorrere le vittime delle guerre che loro scatenano.

    utente anonimo

    10 Mag 04 at 19:29

  13. Iscariota, cattivaccio, che vai a pensare…

    MB

    broiolo

    10 Mag 04 at 23:46

  14. Ho avuto – e ho – cattivi maestri

    utente anonimo

    11 Mag 04 at 10:34

  15. semplicemente grandioso

    per senso civico, vi trasmetto:

    Maggio 2004

    Dario Fo e Franca Rame News

    Ordine e disordine

    In questo numero:

    —–Ordine e disordine

    —–Facciamo qualche cosa per impedire che la disperazione porti alcuni a

    prendere le armi in mano anche in Italia!

    —–Alcune osservazioni sulla misura dello scandalo tortura

    —–Affrontare il trauma delle ammissioni sulle torture: Come puo’ un uomo, una

    donna, torturare un altro essere umano?

    Comunicati resistenti (“resistere e’ un po’ come esistere!”)

    Tutti i giorni Atlantide.tv su Emi.li.

    Alle ore 21,00 e in replica alle 3,00, alle 9,00 e alle 15,00 del giorno

    successivo. Emi.li trasmette IN CHIARO al canale 855 del Gold Box. Per i

    possessori di ricevitori Common Interface i parametri sono i seguenti: Frequenza

    12.673 Mhz – Polarizzazione Verticale – Symbol rate 27.500 Ms/sec – Fec Y.

    Palinsesto della settimana 10-16 maggio

    Lunedi’ 10 – Ai confini della razionalita’ Intervista a Lidia Ravera

    Impara l’arte Lezione di teatro con Dario Fo

    Martedi’ 11 – Benessere: Seminario del prof. Giulio Cesare Giacobbe

    La parola a Massimo Cacciari

    Mercoledi’ 12 – A testa in giu’ Urihi: “Flussi migratori” (documentario a cura

    di

    Marco de Poli e Giovanna Cossia)

    I corti “L’occasione” (di Antonella Questa)

    La parola a Gianni Barbacetto

    Giovedi’ 13 – Ai confini della razionalita’ Intervista a Sergio Cofferati

    I corti “La lettera”

    La parola a Gianni Barbacetto

    Venerdi’ 14 – Celtica tv (1^ parte)

    I corti “Barcellona” (di Andrea Marchi)

    La parola a Gianni Barbacetto

    Sabato 15 – Ai confini della razionalita’ Intervista a Diego Cugia

    La parola a Gianni Barbacetto

    Domenica 16 – Celtica tv (2^ parte)

    La parola a Gianni Barbacetto

    ….e tutti i giorni – L’alba in differita (la visione estatica dell’alba per

    chi si e’ alzato tardi)

    Stiamo lavorando per andare in edicola con Atlantide.tv, periodico di satira,

    sesso e cultura matriarcale. Il numero zero e’ pronto (tiratura limitata e’ un

    esperimento). Contiene, tra l’altro, un succoso articolo sulla resistenza della

    cultura matriarcale e il libro “Codice Da Vinci”, intitolato “Ecco la moglie di

    Gesu’!”

    Vignette di Eleonora e Angese, Buone Notizie e il famoso poster “Queste sono le

    uniche bombe intelligenti”. (http://www.facciaditolla.tv).

    Da oggi fino al 16 maggio ne regaliamo una copia a chiunque fa un ordine su

    http://www.commercioetico.it .

    Ma se vuoi aiutarci a diffonderlo e magari guadagnarci qualcosa, Atlantide.Tv e’

    disponibile anche in pacchi da 10, 30 e 50, a meta’ del prezzo di copertina (che

    e’ di 2 euro). Acquistandone 50 copie si paga 50 + 6,20 euro di spese di

    spedizione. Rivendendolo a 2 euro si ha un guadagno netto di 43,80 euro.

    http://www.commercioetico.it

    Ordine e disordine

    Oggi venerdi’ 7 maggio, sulla superstrada E45 m’e’ successa una cosa che non mi

    era mai capitata prima. Alle 12,35, tra Ponte Felcino e Collestrada (Perugia),

    mi sono trovato dietro a una macchina della Polizia di Stato che rispettava il

    limite di velocita’ di 90 km orari. Limite peraltro eccessivo, ma io sono un

    autista che cerca di rispettare i limiti di velocita’ e mi ha fatto piacere

    vedere che anche le autorita’ ogni tanto rispettano il codice della strada. Mi

    da’ fastidio vedere ogni volta che le auto della forza pubblica mi superano

    infrangendo la barriera del suono. Oggi sono stato li’ a osservare gli

    automobilisti che arrivavano a 150, inchiodare dubbiosi, verificare che la

    Polizia andava a 90 e dopo qualche incertezza accodarsi disciplinati. La

    macchina della PS in pochi minuti aveva dietro un codazzo di gente che

    rispettava addirittura le distanze di sicurezza. Improvvisamente la superstrada

    non era piu’ un Far West. E’ incredibile il potere positivo che hanno gli uomini

    in divisa. Credo che se tutte le auto delle forze dell’ordine e le auto con le

    insegne di Stato rispettassero i limiti di velocita’ avremmo una rivoluzione nel

    traffico e una diminuzione del numero dei morti. Lo Stato, la convivenza civile,

    sono cose che vanno curate. L’idea di vivere in un paese che vuole garantire il

    rispetto della legge da parte di tutti e’ essenziale per la qualita’ reale della

    vita. E’ qualche cosa che si ottiene curando i piccoli particolari.

    Lo stesso discorso, su altra scala, vale per le torture compiute dai militari

    Usa e inglesi (come a suo tempo dai militari italiani in Somalia… ma allora lo

    scandalo fu circoscritto…): hanno un effetto negativo enorme sul terrorismo e

    sulle tensioni internazionali. E c’e’ un collegamento diretto tra i

    bombardamenti sui civili e la recrudescenza criminale di questi mesi, con le

    suore sequestrate in convento e maltrattate da tre rapinatori e l’aumento dei

    mariti che rientrano a casa e sparano alle mogli. Nel 2003 gli omicidi in Italia

    sono aumentati del 10,3%, le truffe sono passate da 54mila nel 2002 a 187mila

    nel 2003). Aumentano anche scippi, borseggi, furti e rapine.

    Facciamo qualche cosa per impedire che la disperazione porti alcuni a prendere

    le armi in mano anche in Italia!

    L’orrore della tortura semina terrorismo, violenza e altro orrore. Come il

    terrorismo semina la tortura e altri bombardamenti e altro orrore. E’ un gioco

    folle. E noi ci siamo dentro.

    Quello che possiamo fare e’ ostacolare questa violenza contrastando l’ideologia

    della distruzione e della morte casa per casa. Giorno per giorno.

    E vorrei a questo proposito lanciare un allarme: molti compagni stanno

    sbroccando sotto il peso dell’orrore e si sente di nuovo la gente parlare di

    “opporsi all’orrore con tutti i mezzi”. Non ci vuole molto a capire che siamo

    sull’orlo di un fenomeno di ritorno a “quei mezzi”. Le armi.

    Davanti a questo drammatico momento storico esiste il rischio gravissimo che una

    (piccola) minoranza del movimento scelga di tentare nuovamente la

    radicalizzazione dello scontro. Ma basterebbero un centinaio di “schegge

    impazzite” per scatenare, in Italia, un quinquennio di morte e distruzione.

    I segni, lo sapete, ci sono tutti. L’esasperazione e’ alle stelle. Il senso di

    impotenza davanti all’orrore quotidiano e’ enorme e le persone sensibili lo

    vivono fisicamente. E apparentemente non c’e’ nessun progetto che ci possa

    portare fuori dal tunnel di questo divertimento.

    Possiamo sperare che succeda qualche cosa che blocchi questa deriva di suicidio

    collettivo? Nel Cacao del 4 maggio, cercavo di raccontare le poche cose positive

    che stanno succedendo in Iraq.

    E speravo che iniziassero a venire segni piu’ consistenti. Ed ecco che arriva la

    notizia, che 150 capi famiglia sciiti (Ulema) hanno chiesto alle milizie armate

    di ritirarsi dalle citta’ assediate. Dopodiche’ gli Usa hanno attaccato. Forse

    quello che temono e’ proprio che si manifesti una terza posizione pacifista che

    abbia la forza di imporre una trattativa sulle elezioni e il passaggio all’Onu

    del controllo dell’ordine pubblico. Comunque qualcuno sta cercando di fare

    qualche cosa in mezzo alle bombe. Sosteniamoli almeno parlando di loro.

    Dai una possibilita’ alla pace!

    Ma intanto abbiamo un problema immediato: fare i conti con il trauma che abbiamo

    vissuto rispetto a questa storia orrenda delle torture. Vedere l’impietoso

    realismo delle immagini e’ stato uno shock. Credo che sia giusto allora

    chiedersi:

    ((titolo))

    Alcune osservazioni sulla misura dello scandalo tortura

    C’e’ un tempo in cui bisogna sudare e faticare con la mente per scoprire un filo

    di vita nel baratro dell’orrore.

    Sinceramente sto male da parecchi giorni per questa storia delle torture in

    Iraq. Da anni denunciamo le torture in Iraq, in Afghanistan, in Somalia, nella

    ex Jugoslavia… Diventai un attivista politico a 11 anni dopo aver letto un

    libro sulle torture praticate dai marines in Vietnam.

    La tortura non e’ una novita’.

    Lo shock terribile per me e’ vedere che davanti all’evidenza assoluta dei

    crimini non ci sia una reale crisi, un reale rendersi conto del significato di

    cio’ che succede. Bush e Blair si dichiarano sinceramente inorriditi e il

    generale Janice Carpinski, che comandava il carcere sara’ processata. E chi

    mandano a sostituirla? Il generale che comandava Guantanamo!!! Un altro lager

    dove a torture non scherzano.

    Il fatto che per la prima volta l’orrore della tortura venga ammesso e, almeno a

    parole, condannato dai capi dei torturatori stessi, e’ certamente un passaggio

    essenziale verso la nascita di un umanita’ amorevole.

    Ed e’ una grande novita’ che, finalmente, nessuno possa negare l’evidenza.

    Sono secoli che pochi individui denunciano l’orrore delle torture. E queste

    persone sensibili alla vita sono aumentate via via e oggi sono milioni. Ma fino

    a quando queste informazioni sulla tortura giravano soltanto sui bollettini di

    Amnesty International, un angolo della nostra mente poteva continuare a sperare

    che fossero esagerazioni, che le cose non stessero esattamente cosi’. E invece

    ora la misura della verita’ si mostra in tutto il suo orrore.

    Quella faccia di giovane donna che indica il membro del prigioniero e sorride

    allegra e spensierata. Quell’altra, anch’essa carina e felice che ride stando

    sopra una pigna di uomini nudi e incappucciati, disposti a piramide, in

    posizioni che potrebbero essere sessuali… Quell’assenza del senso del male in

    quei visi di giovani donne. Potrebbe essere la pubblicita’ di un nuovo sapone se

    non fosse l’orrore della Citta’ della Morte. Cosi’ chiamavano il carcere di

    Baghdad i prigionieri ai tempi di Saddam.

    Un presidente, un presidente vero, un presidente con un cuore, con un’etica, un

    presidente come quelli dei film… che quando scopre che i suoi soldati hanno

    fatto quello che hanno fatto, non si limita a dire “Sono sinceramente

    inorridito”.

    No, dovrebbe chiedersi se e’ vero che, come sostiene Amnesty International, la

    tortura e’ il sistema standard delle truppe americane ovunque e comunque.

    E scoprirebbe anche che il suo paese istitui’ scuole per torturatori americani e

    stranieri, dove si insegno’ la tecnica della distruzione dell’uomo e della

    donna, la tecnica dell’umiliazione e dello stupro, delle scosse elettriche e

    delle pastiglie che ti spappolano la mente.

    E’ ancora lunga la strada per fermare la tortura (quella dei russi in Cecenia,

    quella dei cinesi nelle carceri di Pechino, quella dei generali birmani e dei

    colonnelli Coreani del nord e del sud).

    Ora che la tortura e’ stata mostrata in tutto il suo orrore sento il bisogno di

    capire la storia di questo male. Se ci riesco posso dargli una misura umana e

    sperare che si possa estinguerlo. Ho bisogno di scrivere questo articolo per

    fuggire alla paura che queste notizie mi danno. La paura di vivere in un mondo

    di mostri senza la possibilita’ di un cambiamento.

    Ma andiamo con ordine. Prima prendiamo bene le misure.

    E’ importante capire che l’inviolabilita’ del corpo non e’ un tabu’ per buona

    parte della popolazione dell’Occidente Cristiano.

    Gesu’ ha patito il supplizio della Croce ma questo non sembra ispirare pieta’…

    Quel pazzo di leghista che sostiene la legittimita’ della tortura se episodica

    (non ripetuta) dimostra che c’e’ chi non prova disgusto totale per l’idea di

    catturare un essere umano e strappargli le unghie.

    Per loro e’ un’eventualita’ che si puo’ prendere in considerazione.

    A riprova di questo la storia di come e’ venuto fuori lo scandalo inglese delle

    torture. Mesi fa, lo racconto’ Nuovi Mondi Media, una pacifista che lavorava in

    un centro sviluppo e stampa foto, ricevette un rullino con scene di uomini

    picchiati, soldati che pisciavano loro addosso, sghignazzavano mentre li

    costringevano a reciproche fellatio, eccetera eccetera.

    La ragazza corre alla polizia ma nessuno le da’ retta. Astutamente aveva fatto

    delle copie e le mette su internet e vengono riprese dai siti pacifisti di tutto

    il mondo.

    Avete letto una riga su uno dei grandi quotidiani italiani? Avete visto una

    qualche iniziativa politica da parte dei grandi partiti della sinistra? Silenzio

    assoluto in tutto il mondo occidentale. Perche’ ovviamente sui giornali arabi

    stavano in prima pagina.

    Volete dirmi che nessun giornalista italiano e’ collegato a internet?

    Poveri piccoli sprovveduti…

    Questa e’ la reale situazione dell’orrore. Solo quando un gruppo di esseri umani

    annidati nel cuore dell’Impero riesce a violare il segreto si scatena una

    reazione a catena. E finalmente nelle periferie questi giornalisti col

    tassametro hanno il coraggio di alzare la voce e gridare allo scandalo. Che

    grandi merde puzzolenti!

    Ma e’ un grande segnale, comunque. Un piccolo gruppo di sorelle e fratelli, al

    di la’ dell’Oceano, e’ riuscito a far crollare la diga. E ora neanche Bruno

    Vespa puo’ dire che non e’ vero.

    E dobbiamo osservare che e’ stato solo grazie ad alcuni militari e a qualche

    generale Usa che e’ scoppiato lo scandalo.

    Questa e’ la novita’. Lo dicemmo dopo il massacro di Genova: ci sono stati

    carabinieri che hanno difeso i pacifisti e pacifisti che hanno difeso i

    Carabinieri dai Black Block. Sta lentamente crescendo una nuova forma di

    rispetto umano che non riconosce neppure ai tuoi “compagni” il diritto di

    violare il corpo dei vinti e dei prigionieri.

    Come puo’ un uomo, una donna, torturare un altro essere umano?

    Dobbiamo capire i meccanismi della tortura se vogliamo digerirla emotivamente e

    poi cancellarla dal mondo.

    Ma per capire cosa stia succedendo bisogna parlare di Baghdad, e di un fatto

    passato inosservato: il primo tentativo di massacro umanitario.

    Forse vi sarete chiesti anche voi perche’ il carcere, la Citta’ del Male, sia

    stato bombardato a colpi di mortaio dalla resistenza (scusa Bruno Vespa). Il

    risultato sono stati 22 morti tra i prigionieri. Mi sono chiesto: perche’

    uccidere i prigionieri? …Forse e’ stato un errore…

    Ma non c’e’ stato nessun errore. I siti internet di quella che una volta era la

    resistenza irachena anti-Saddam raccontano la storia di una donna che riesce a

    far uscire un bigliettino dal carcere. E questo bigliettino arriva a

    destinazione e viene copiato in migliaia di copie e incollato sui muri della

    citta’ di Baghdad e nei villaggi vicini. Il bigliettino dice: “Sono qui nella

    Citta’ della Morte, ci violentano. Se restero’ incinta mi uccidero’. Vi prego

    attaccate questa prigione. Venite a liberarci.”

    Ma attaccare la Citta’ della Morte e’ impossibile. L’unico atto di pieta’ puo’

    essere quello di cercare di uccidere tutti i prigionieri.

    Hanno liberato 22 anime dalla Morte. 22 anime come le carte dei tarocchi di

    Alessandria d’Egitto. In oriente i simboli hanno un potere.

    E’ terribile. E’ un messaggio di morte e vendetta che non ha pari. L’orrore che

    l’occupazione americana sta provocando nel popolo musulmano e’ smisurato.

    …Questa e’ la storia della Citta’ della Morte che si racconta oggi nei bazar e

    nei suk…E’ una storia che grida vendetta. Una storia che muove la fantasia

    delle persone verso una forma di odio illimitato.

    Avete idea cosa hanno pensato milioni di mussulmani guardando le foto di quelle

    donne sorridenti davanti a uomini costretti a mimare la sodomia?

    Puoi immaginare signor Bush quanto odio ci costera’ questo?

    E tu sei mortificato? E mi metti a capo di quella prigione il famoso torturatore

    di Guantanamo?

    Si dice che sia uno specialista in sodomia e uso creativo del trapano

    dentistico…Dice che l’ha visto in un film. Bravi ragazzi.

    Ma a questo punto c’e’ da chiedersi di che malattia si tratti. Non riesco

    proprio a pensare che un qualsiasi piano diabolico preveda la fine del mondo

    dopo un agitato periodo di guerre, avvelenamenti da inquinamento, massacri

    dovuti a disastri ecologici, cibi transgenici ed epidemie scatenate da eccesso

    di antibiotici.

    Questo e’ un grosso problema.

    Puoi pensare che lo fanno apposta. Io non ci credo. Anche uno scemo ormai puo’

    capire che si possono fare tanti soldi in tanti modi e che inquinare e ammazzare

    non e’ il modo piu’ comodo e intelligente…

    No, io credo che siamo di fronte a una malattia mentale. Un gene culturale

    impazzito. Impazzito da millenni, non e’ una novita’. E in effetti una volta era

    peggio, i prigionieri li squartavano per strada e la folla andava a applaudire.

    Oggi meta’ dell’umanita’ almeno ha capito che infilare spranghe elettriche

    nell’ano delle persone non e’ segno di distinzione e classe. L’altra meta’ ha

    dei dubbi e un certo numero di strapazzati mentali e’ tanto fuori dal tempo da

    pensare che sara’ carino mostrare ai vicini di casa riuniti intorno al tacchino

    le foto di quando pisciava in faccia ai sospetti terroristi col suo grasso

    pisellone in primo piano. Fa fine! E’ glamour.

    Questo e’ l’aspetto centrale. Questa possibilita’ di esibire come souvenir dei

    bei tempi della guerra immagini di orrore puro.

    Uno dei marines americani sotto processo ha dichiarato: “C’erano ufficiali,

    agenti della Cia, della Polizia Militare, ci dicevano che eravamo bravi,

    ottenevamo molti risultati.”

    La tollerabilita’ del male e’ la linea di demarcazione tra sanita’ e follia.

    Ma se vogliamo fare qualche cosa per il futuro di questo mondo dobbiamo andare

    oltre. Andare a fare visita ai nostri spettri per capire come una ragazzina

    cresciuta a Coca Cola e McDonald’s possa giocare con il terrore di altri esseri

    umani e andarne tanto fiera da farsi fotografare. E questo senza che mai possa

    neppure sfiorarla l’idea che possa farsi dieci anni di carcere proprio grazie a

    quella fotografia…

    E’ essenziale capire questo per salvare quel minimo di fiducia nel genere umano

    che ci serve per continuare a sognare.

    Innanzi tutto dobbiamo collocare questo evento sulla linea della storia. Oggi

    esplode lo scandalo. Questa e’ la novita’. E siamo di fronte a relitti umani

    trivellati dai telefilm violenti e dalle merendine ipercaloriche.

    Sono persone tanto sprovviste di senso della realta’ che non capiscono di avere

    commesso atti esecrandi.

    Ma cento anni fa non ci sarebbe stato uno scandalo e trecento anni fa, i nobili

    e i ricchi programmavano i tour turistici in carrozza, tenendo conto del

    calendario delle impiccagioni. Faceva fine non perdersene neanche una. Gli

    antichi romani, al Colosseo si godevano lo strazio dei prigionieri in diretta,

    se ne ammazzavano mille per volta, quarantamila in un mese ai tempi di Traiano

    il Pazzo.

    Poi i patrizi tornavano a casa e rifacevano le scene che gli erano piaciute di

    piu’ con i loro schiavi. I limiti legali entro i quali un padrone poteva

    torturare i suoi schiavi erano incredibilmente labili e peraltro le poche

    sanzioni previste non vennero quasi mai applicate.

    Quindi dobbiamo renderci conto che siamo alla fine di un ciclo storico di orrore

    conclamato e acclamato e che questi psicotici che si mostrano nelle foto, felici

    delle loro bravate, sono l’ultimo colpo di coda del delirio che una volta era la

    cultura comune dei bravi cittadini onesti.

    Ma ancora abbiamo bisogno di conoscere meglio la natura di questo orrore. Per

    anni mi sono chiesto come sia possibile che un essere umano giunga a tanto

    abominio. Molti grandi persone hanno lavorato per darci una risposta, una

    soluzione a questa angoscia logica e spirituale.

    Come puoi farlo?

    Questi ricercatori hanno fatto qualche cosa di incredibilmente difficile. Sono

    andati da questi maniaci e hanno parlato con loro con l’intenzione di ascoltare.

    E hanno scoperto un baratro di follia che ha una forma molto chiara e definita.

    Innanzi tutto la maggioranza di questi devastati psichici, una volta che trova

    chi li ascolti in modo neutro (senza esprimere giudizio), rivelano un bisogno

    terribile di parlare e di raccontare nei dettagli tutto l’orrore che hanno

    commesso. E sono disposti anche a descrivere minutamente i meccanismi mentali

    che mettono in pratica per riuscire a compiere tali orrori. Si tratta sempre

    dello stesso meccanismo di base, anche se le varianti sono infinite come gli

    oggetti che si possono usare per provocare dolore.

    Tutte queste persone hanno una grave lesione emotiva che impedisce loro di

    capire che esiste veramente un mondo esterno indipendente dalla loro mente.

    Lo so che sembra un pensiero assurdo, ma c’e’ un esempio che rende tutto piu’

    chiaro.

    Un gruppo di scienziati scopri’ che prima dello stupro i maniaci sessuali

    violenti passano ore a pensare a come prenderanno la loro vittima e a come la

    violenteranno, esplorando i dettagli piu’ minuti della loro azione, i dettagli

    della stoffa, delle mani, dei capelli. Percorrono questo delirio centinaia di

    volte generalmente masturbandosi. Poi quando compiono realmente lo stupro

    rivivono le fantasie e questo permette loro di trattare le immagini di cio’ che

    sta avvenendo come se non fossero reali. Sostanzialmente agiscono in uno stato

    di totale sordita’ alle sensazioni, l’azione avviene per loro solo nella testa,

    non ascoltano le sensazioni reali ma quelle mentali.

    Nelle loro fantasie la vittima gode della violenza che loro le infliggono e alla

    fine ringrazia e diventa schiava masochista di qualunque aberrazione.

    Il fatto che la vittima reale urli veramente e pianga, per lo stupratore e’ solo

    una finzione.

    Questi ricercatori hanno cercato di verificare se la loro ipotesi fosse corretta

    proponendo agli stupratori di recitare lo stupro di cui sono colpevoli. Si e’

    notato in molti casi che i boia riescono a descrivere molto bene quello che

    hanno fatto mimando le proprie azioni piuttosto che descrivendole a parole. La

    mente tende a cancellare il ricordo dell’orrore commesso, il corpo ricorda.

    Dopo che lo stupratore ha mimato tutta la scena della violenza con un attore,

    allora si invertono i ruoli e lo stupratore rivive l’azione interpretando il

    ruolo della sua vittima.

    A questo punto in molti casi si e’ verificato una specie di corto circuito

    mentale. Mentre lo stupratore e’ meccanico e automatico quando esegue i gesti

    atroci che ha compiuto veramente, se li rivive dalla parte della vittima e’

    sconvolto da crisi emotive violente e sembra colpito dall’orrore commesso, se ne

    rende conto per la prima volta.

    Siamo cioe’ in presenza di vittime di un qualche trauma (a volte la vita di

    provincia in un’amorosa famigliola di egoisti e’ un trauma sufficiente). Essi

    hanno perso una fondamentale funzione umana: la capacita’ di empatia, di sentire

    l’altro, di entrare in comunione con chi ti sta vicino.

    Questa menomazione emotiva e culturale e’ di per se’ una mutilazione terribile:

    impedisce di innamorarsi, di giocare, di lasciarsi andare, di creare arte, di

    comunicare con gli esseri umani. Sono persone che pensano magari che con una

    foto in mano che li ritrae mentre picchiano la gente risulteranno piu’ simpatici

    e saranno meno soli.

    Arida consolazione del torturato e’ sapere che il suo aguzzino soffre un

    tormento interiore feroce che lo rende insensibile all’esterno perche’ ha ucciso

    dentro di se’ tutti i ricettori del piacere.

    E’ come vivere in un sarcofago di pietra.

    Si parla poco della frigidita’ femminile, per niente del fatto che la meta’

    degli uomini soffrono di frigidita’. Eiaculano ma non provano piacere. Gli

    antichi romani parlavano di “Tristezza post coitum”. Essere felici dopo aver

    fatto l’amore era per loro impossibile e innaturale.

    Sui libri di medicina si chiama ADENIA, ma e’ una parola che non trovi sul

    dizionario Zanichelli ne’ sul Garzanti. E neanche sui manuali di sessuologia a

    uso del popolo.

    Da qui nasce la negazione del corpo. Dal sesso. Dove gli uomini hanno la

    clitoride? Dov’e’ il punto L?

    Il sistema sessuale e culturale nega l’esistenza di una malattia che si chiama

    “non sento la vita, non ho piacere”, I can get no satisfaction!

    E allora ti puo’ sembrare sensato prendere un altro uomo, un’altra donna,

    infilargli delle lame nelle carni e rompere le sue ossa con un bel bastone

    mentre penzola dal soffitto.

    Cosa pensava quel marines Usa mentre sparava sulle pecore per provare il mitra

    nuovo?…Come si e’ sentito quando gli hanno fatto notare che non aveva visto il

    bambino di 4 anni che era in mezzo alle pecore e che adesso non aveva piu’ la

    testa?

    Perdona loro perche’ non sanno quello che fanno…. E perche’ non ci siano piu’

    mostri di questo genere c’e’ da compiere una grande opera. Altro che la ricerca

    del Santo Graal… Bisogna iniziare a parlare in modo che molti di piu’

    capiscano.

    Ma attenzione, bisognera’ anche capire che la tortura e’ un gene culturale

    prolifico e astuto, non basta estirparlo “nei malati”. Dobbiamo estirparlo dal

    nostro modo di vedere… Una dimostrazione? Prova a immaginare che succeda

    qualche cosa di pazzesco e ti trovi in una stanza, solo tu e Berlusconi, e lui

    e’ legato e incappucciato e nessuno mai potra’ sapere che sei stato li’…Glielo

    dai uno schiaffo o no? E quanti bravi compagni conosci che secondo te in una

    situazione simile un bel ceffone glielo darebbero… come minimo…

    E la giustificazione quale sarebbe? Quella leghista? “Una percossa episodica

    non e’ tortura”?

    E non ditemi che non ci riusciremo mai. A estirpare questa malattia della

    percezione. Non vi credo. Stiamo andando avanti.

    Quella gente la’, che ha tirato fuori le foto, le ha messe su Internet, ha fatto

    le denunce alla polizia firmando con nome e cognome… Quelli li’ hanno

    rischiato del loro… E alcuni non erano neanche pacifisti.

    L’umanita’ e’ sull’orlo del collasso. Lo ha detto anche il Pentagono.

    Loro parlavano del collasso ecologico. Poi c’e’ il collasso della guerra e

    quello della fiducia negli altri. Il collasso del traffico e il collasso dei

    veleni alimentari e delle allergie derivate.

    Ma oggi c’erano centomila persone in piazza San Giovanni a Roma, al concerto del

    primo maggio dei sindacati. E ridevano e cantavano e ballavano: “Io non porto

    sfortuna, io vengo dalla luna…”

    Forse abbiamo ancora qualche possibilita’ impossibile da giocarci per salvare il

    mondo. Come dice Sherlock Holmes: “Quando le possibilita’ possibili sono finite

    non restano che le possibilita’ impossibili.”

    Facciamo qualche cosa di assurdo! Alla svelta.

    Jacopo Fo

    La redazione

    settimanale@alcatraz.it

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    utente anonimo

    11 Mag 04 at 14:18

  16. utente anonimo

    7 Ott 05 at 11:35

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