La chiusura che avanza

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Non ne sono snobbisticamente compiaciuto. Proprio per niente. Non amo le piccole conventicole di sfigati a prescindere perché duri-ma-puri a prescindere. A me piace vincere, democraticamente, e se del caso “assumere le responsabilità di governo”. Sono un “moderato” io, uno che ama la gentilezza, il cum-promesso perché riconosce la complessità del mondo, un boiscout. Invece mi devo rassegnare. O forse anche per questo mi devo rassegnare. Sono minoranza e temo (si proprio “temo”) che rimarrò minoranza nonostante la coalizione che voterò (perché penso di votare ancora e chissà, magari persino alle primarie del PD?…). Ma sono minoranza. Lo decreta il sondaggio de La Repubblica, lo decreta la gente, moltissima di sinistra, magari anche comunista. Lo dice il 70% pare, che chiede tolleranza zero contro lavavetri, prostitute (e graffitari). Non che sia sorpreso. E, ripeto, per niente gongolante e/o compiaciuto. Prendo atto. Mi dispiace, tutto qua. Mi dispiace che il vecchissimo trucco della Paura riesca sempre. Passando sopra al riconoscimento dell’umanità altrui, sempre quella miserabile, sporca, brutta e spesso incattivita. Facendo leva sul comune sentimento dell’egoismo. No perché ‘sto sondaggio NON è un sondaggio pro o contro la legalità, lo capite vero? Le leggi già ci sono contro violenti, crimini, etc. C’entra invece con il fastidio ma soprattutto con la Paura di perdere qualcosa, e si nutre di Paura, quella “percepita”, quella che fa chiudere finestre e porte in faccia a chiunque, specie chi chiede le briciole del nostro status.
E così sarei un “buonista”. Fortunatamente ne avrei da citare di grandi umanità di “buonisti” che ho conosciuto, come ad esempio, uno che mi viene immediatamente alla mente: Don Tonino Bello. E poi per tornare tra laici, il “cattivissimo” De Andrè che cantava quelli sporchi, brutti e cattivi (osannato in vita, ed ora, magari, ancora di più, da commosse percentuali del 90% dei nostri connazionali: provi a fare un sondaggio La Repubblica). Pensate, potrebbe prendere il 90% di consensi e poi, chissà, ritrovarsi nel 30% di “buonisti”. Misteri della matematica, o forse no, perché nel mondo quasi mai 1+1 fa 2, a proposito di complessità. Però che ipocrita quel De Andrè, che buonista. Cattivissimo ma buonista.

Written by Mauro Biani

Settembre 5th, 2007 at 3:44 am

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  1. sono d’accordo su tutto. in aggiunta però ho paura che questi “sondaggi” ormai siano macchine sofisticatissime per orientare le opinioni e non per rilevarle. al termine dell’operazione di orientamento, la fase più complessa, si raccoglie il dato che si attendeva.

    utente anonimo

    5 Set 07 at 07:24

  2. commento era mio pippo.

    utente anonimo

    5 Set 07 at 07:24

  3. penso che se Dante scrivesse oggi la divina commedia, questi professionali orientatori di opinioni sarebbero nei gironi più infami dell’Inferno. pippo.

    utente anonimo

    5 Set 07 at 07:27

  4. Solo una cosa Biani, anche l’assunto da cui parti ha poco a che fare con De Andrè.

    Epoca confusa questa, me ne rendo conto.

    Sahishin

    5 Set 07 at 08:28

  5. Ricordi, Mauro, la “Smisurata preghiera” di De Andrè-Fossati?

    “Alta sui naufragi

    dai belvedere delle torri

    china e distante sugli elementi del disastro

    dalle cose che accadono al disopra delle parole

    celebrative del nulla

    lungo un facile vento

    di sazietà di impunità

    Sullo scandalo metallico

    di armi in uso e in disuso

    a guidare la colonna

    di dolore e di fumo

    che lascia le infinite battaglie al calar della sera

    la maggioranza sta la maggioranza sta

    recitando un rosario

    di ambizioni meschine

    di millenarie paure

    di inesauribili astuzie

    coltivando tranquilla

    l’orribile varietà

    delle proprie superbie

    la maggioranza sta

    come una malattia

    come una sfortuna

    come un’anestesia

    come un’abitudine”

    per chi viaggia in direzione ostinata e contraria

    col suo marchio speciale di speciale disperazione

    e tra il vomito dei respinti muove gli ultimi passi

    per consegnare alla morte una goccia di splendore

    di umanità di verità

    per chi ad Aqaba curò la lebbra con uno scettro posticcio

    e seminò il suo passaggio di gelosie devastatrici e di figli

    con improbabili nomi di cantanti di tango

    in un vasto programma di eternità

    ricorda Signore questi servi disobbedienti

    alle leggi del branco

    non dimenticare il loro volto

    che dopo tanto sbandare

    è appena giusto che la fortuna li aiuti

    come una svista

    come un’anomalia

    come una distrazione

    come un dovere

    animasalva

    5 Set 07 at 08:42

  6. Dio e’ morto

    zigotecomics

    5 Set 07 at 10:34

  7. Sà, non approfondisco di più e prendo atto che De Andrè coll’assunto di tipo “governativo” non c’è. Comunque credo che “esistenzialmenrte” e “caratterialmente” fosse anche lui uno che voleva vincere, o no? Eppure cantava sinceramente gli ultimi.

    broiolo

    5 Set 07 at 10:37

  8. E poi sai cosa? Ho visto difensori di diritti civili che sbraitavano per referendum staminali e co., tuonano contro la pena di morte, e in questo frangente urlano: Li volete i lavavetri ? portateveli a casa voi! Sì, la confusione, la complessità. Ma forse molto torna. Ma riguarda non i proclami, ma le persone e le loro paure, il vissuto, ebbene si: anche i valori.

    M:

    broiolo

    5 Set 07 at 10:57

  9. malessere

    5 Set 07 at 14:01

  10. credo di aver capito il senso del tuo post, e nelle conclusioni sento anche di condividerlo. La mia, forse anche sciocca precisazione, voleva solo evitare un parallelo che spesso descrive un De Andrè fatto a fette, quello delle frasi estrapolate dalle sue poesie ed interpretate a seconda di quel che è il nostro sentire.

    De Andrè, a mio avviso, scriveva e cantava delle sue lacerazioni interne, del suo sentirsi inadatto. Quando parla di maggioranze e del suo sentirsi in minoranza fa riferimento al “non siam che l’un per cento” di Ferrè. E, forse, più che di morale dovremmo parlare di etica, almeno io la preferisco.

    Ma, ti ripeto, leggi la mia come una sciocca precisazione, niente a che fare con il disorientamento che esprime il tuo post o di cui possiamo accorgerci guardandoci intorno.

    involuzione

    5 Set 07 at 14:13

  11. il commento qui sopra è ovviamente il mio, non mi ero accorto che era loggata la mia compagna.

    Sahishin

    5 Set 07 at 14:16

  12. Non a caso Sahishin avevo riportato la “Smisurata preghiera”. E’ l’ultima canzone dell’ultimo album di inediti di De Andrè. Commentarla è un peccato, perchè ne svilirebbe la potenza emotiva, ma ogni volta che la leggo (o ascolto) con attenzione mi commuovo. Mi commuovo per l’immensa paura di ritrovarmi anch’io un giorno, sul belvedere di una torre, chiuso a sfamare il mio egoismo.

    Certo De Andrè non ne ha mai fatto un discorso di appartenenza politica. Lui come Don Tonino Bello e come ogni poeta o artista, consapevolemente o inconsapevolemnte, ha contribuito alla maturità intellettuale e sentimentale di molti: la tua, la mia, quella di Mauro, e forse anche quella di qualche intellettuale (penso a Michele Serra), di qualche politico (seduto oggi in uno scranno politico di maggioranza o di minoranza, di lotta o di governo, ma stranamente schierato in quella invisibile maggioranza che resta seduta sui belvedere delle torri), di molti che hanno risposto ai sondaggi di repubblica o hanno risposto alle interviste dei TG.

    E Mauro a me dice proprio questo: non rivendica per sè un’appartenenza ideologica o politica (pur ribadendo che se ne avesse una si ritroverebbe in un movimento democratico, aperto al dialogo e al compromesso); rivendica l’appartenenza a una formazione sentimentale che a parole viene elogiata dai più e nei fatti irrimediabimente calpestata.

    animasalva

    6 Set 07 at 09:30

  13. http://tutti

    [..] Consonanze Condivido totalmente questo post di Mauro Biani [..]

    tuttisalvi

    6 Set 07 at 14:41

  14. segnalo l’articolo di Furio Colombo sul tema

    http://www.unita.it/view.asp?IDcontent=68665

    in particolare il passaggio spassosissimo (se non fosse tragico):

    E’ vero che quella intervista in cui un intellettuale come Amato definisce “d’accatto” anche il dissenso di Asor Rosa, comincia con la più curiosa delle domande nella storia del giornalismo italiano. Non ci crederete ma la domanda è questa: «Ministro Amato, mentre voi preparate un pacchetto di misure urgenti contro la criminalità, politici e intellettuali ex o post comunisti, si baloccano con Cesare Beccaria, filosofeggiando sui delitti e sulle pene, sdottoreggiano sull’uomo buono rovinato dalla società. Non le pare che ci sia un certo deficit culturale nel modo in cui la sinistra ragiona e affronta i temi della sicurezza»?

    Un certo deficit culturale esiste certamente se uno dei più noti giornalisti italiani formula in questo modo la prima domanda di un’importante intervista con il ministro dell’Interno su una questione che divide e contrappone parti altrettanto preoccupate e altrettanto rispettabili di ogni società democratica. Potremmo dire che questa domanda è un’attenuante non da poco. O almeno una parziale spiegazione a tutto il resto dell’intervista.

    utente anonimo

    6 Set 07 at 14:41

  15. come dire, tutto sommato preferisco fare sociologia d’accatto e baloccarmi con Cesare Beccaria.

    pippo.

    utente anonimo

    6 Set 07 at 15:15

  16. bè, gli esiti del sondaggio mi sorprendono un pò… ma non tantissimo.

    I lavavetri sono un’esperienza diretta diffusissima, non mediata come tante altre.

    Ad esempio io proporrei la pena di morte per chi graffia con la chiave le auto nuove di pacca, ma questo perchè mi ha toccato direttamente.

    Facessero un sondaggio in proposito, mi troverei nella percentuale dei forcaioli.

    Un politico che ruba non te lo fa davanti al parabrezza ogni mattina… e allora niente ordinanze.

    😉

    Anche il tipo di pena proposto per i lavavetri (da una notevole percentuale politicamente trasversale) è molto indicativo:

    la galera!

    Non sanzioni economiche, ma LA GALERA.

    Come a dire “Non me li voglio vedere intorno sti disgraziati, non mi interessa che paghino multe. Piuttosto pago io 160 euro al gg (ipotizzo il costo di un detenuto) per non dover vedere/sapere la povertà che mi bussa al finestrino”.

    M.

    utente anonimo

    7 Set 07 at 09:18

  17. canemozzi, altri due commenti buoni e ti linko.

    animasalva

    7 Set 07 at 13:17

  18. Mauro, te lo scrivo provocatoriamente: ricordiamoci, una volta ogni tanto, da dove veniamo e dove viviamo. Perché ho proprio l’impressione che tante volte quegli illuminati intellettuali e dirigenti politici della sinistra che tanta fatica fanno a conciliare le ragioni della legalità con quelle di una solidarietà che spesso è la caricatura di sé stessa, abitando in posti come il Centro, i Parioli o il Vomero non hanno tutta questa confidenza con i problemi su cui discettano e pontificano ma che chi vive in periferia si “ciuccia” ogni giorno che Dio manda in terra. Ti faccio un esempio concreto: vicino a dove lavoro io c’è una famiglia di Rom che lavano i vetri bloccando fisicamente le macchine, specie se alla guida ci sono donne da sole. E che nei momenti di “stanca” del traffico, organizzano petulanti e piagnucolose queste i cui frutti vanno nelle mani di un signore baffuto e violento.

    utente anonimo

    7 Set 07 at 15:07

  19. Animasalva, e farai bene a linkare canemucca, perchè oltre ad avere una ottima mente pensante (senza offesa canemù :)), è un eccellente fumettista.

    Mauro

    broiolo

    8 Set 07 at 00:09

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