Iqbal Masih viveva in Pakistan e nel 1995 aveva 12 anni. Il 16 aprile (10 anni fa, esatti) fu assassinato dalla mafia dei tappeti.
Leggi la storia di Iqbal Masih.
Parlerò di Iqbal a mio figlio. La storia di questo bimbo cresciuto troppo in fretta (il fatto che sia stato ucciso mentre andava in bici insieme ai suoi cuginetti ci racconta, però, della voglia e del diritto di ogni bambino alla propria infanzia, anche nelle situazioni più drammatiche), cercherò di spiegarla al mio Poldino sotto forma di favola. Il contesto e i protagonisti (tappeto compreso) ispirano l’ambientazione da “mille e una notte”. Io ne ho già scritta una parte (e in effetti avrei anche pensato al finale). Invito i miei cortesi ed attenti passanti e ripassanti del blog a trovare un finale (coerente con ciò che successe realmente), prestando attenzione al fatto che i destinatari della lettura e/o del racconto sono bambini. Complicato? Proviamoci, e poi raccontiamola ai nostri bambini, spiegandogli che proprio un bambino ha provato a cambiare una cosa malvagia di questo mondo, a sconfiggere un vero temibile Mostro a più teste (togliendo altri bimbi dalle sue grinfie), spesso colpevolmente foraggiato da adulti pasciuti e sordi al pianto, come al riso, di tanti bimbi del Pianeta.
La favola:
Iqbal e il tappeto stregato
C’era una volta, poco tempo fa, un bambino che si chiamava Iqbal. Iqbal, era molto povero e viveva da poverissimo con i suoi genitori e tanti fratelli. Il suo papà era disperato e ogni giorno si chiedeva: -cosa porterò oggi da mangiare per la mia famiglia?- . Un giorno era così desolato e triste che si mise a piangere seduto sulle scale di un vecchio castello scuro come la pece,con tanti corvi che gracchiavano svolazzando tra le guglie. Il padrone del castello uditi i gemiti si affacciò. Era Sutar, un vecchio mercante di tappeti ricco e venerato come un benefattore da una parte degli abitanti del villaggio, anche se altri dicevano che era uno stregone, astuto e potente.
Comunque la fame è fame e perciò quando Sutar offrì pane e formaggio al papà di Iqbal, lasciandogli una grande pagnotta e una forma di quel formaggio per il resto della sua famiglia, questi lo ringraziò tra mille benedizioni, baciandogli le mani. Allora Sutar guardandolo da dietro i suoi occhiali fini e scuri come i corvi del castello gli disse: – ti voglio fare una proposta: ogni giorno io ti darò un panino col formaggio per ogni componente della tua famiglia, in cambio tu mi manderai tuo figlio Iqbal che baderà ad uno dei miei tappeti magici, curandolo e rammendando ogni possibile strappo o scucitura. Iqbal sarà con lui tutto il giorno, tutti i giorni e voi non dovrete preoccuparvi più per il cibo quotidiano.-… (Se vuoi, continua la storia nei commenti, o lascia la tua opinione, come sempre)
fu così che Iqbal finì nelle sotterranee del castello, insieme ad altri ragazzini come lui. Ogni mattina si alzavano presto presto e fino a quando l’ultimo raggio di sole non era finito dietro il Gange, Iqbal e gli altri rammendavano infiniti tappeti per Sutar. Di notte Iqbal guardava fuori dalla piccola finestrella ed osservava la sua stella amica e chiedeva il modo per far uscire tutti di lì.
Un giorno si affaccio alla finestrella Eshal…
ps si potrebbe raccontare anche della borsa di studio americana rifiutata da Iqbal perché voleva far qualcosa per tutti trasformando il fatto in un genio o qlc che gli promette di uscire da lì ma da solo e lui chiede che vengan fatti uscire tutti oppure niente. E’ la cosa che mi ha sempre commosso di più di Iqbal.
etty
18 Apr 05 at 17:53 edit_comment_link(__('Edit', 'sandbox'), ' ', ''); ?>
Grazie Etty, di cuore.
Mauro
broiolo
18 Apr 05 at 17:58 edit_comment_link(__('Edit', 'sandbox'), ' ', ''); ?>