Cari passanti e ripassanti, buona Pasqua, di cuore. Ripropongo un post già pubblicato a novembre 2003, più che mai attuale.
Allora, ascoltando o leggendo le recenti insopportabili polemiche sulla "croce-attaccata-si-croce-attaccata-no" in cui sguazzano tutti gli integralismi ottusi e prepotenti, i politicanti gracchianti, i giornalisti e commentatori "audienceescandalo", etc., mi sono tornate in mente le croci di carne e di sangue degli immigranti inchiodati nel nostro mare, dei poveri cristi vittime delle guerre in corso, moltissimi non arrivati mai neanche a 33 anni. Delle milioni di croci di bimbi uccisi dalla fame e dagli stenti di cui ignoriamo volti e storie. E ho ritrovato uno scritto di don Tonino Bello dal titolo quanto mai azzeccato: "Collocazione provvisoria". Potete, se volete, appenderla ad un vostro muro. L’immagine è un bozzetto di una mia scultura.
Collocazione provvisoria
Nel Duomo vecchio di Molfetta c’è un grande crocifisso di terracotta. Il parroco, in attesa di sistemarlo definitivamente, l’ha addossato alla parete della sagrestia e vi ha apposto un cartoncino con la scritta: collocazione provvisoria. La scritta, che in un primo momento avevo scambiato come intitolazione dell’opera, mi è parsa provvidenzialmente ispirata, al punto che ho pregato il parroco di non rimuovere per nessuna ragione il crocifisso di lì, da quella parete nuda, da quella posizione precaria, con quel cartoncino ingiallito. Collocazione provvisoria. Penso che non ci sia formula migliore per definire la croce. La mia, la tua croce, non so quella di Cristo. Coraggio, allora, tu che soffri inchiodato su una carrozzella. Animo, tu che provi i morsi della solitudine. Abbi fiducia, tu che bevi al calice amaro dell’abbandono. Non imprecare, sorella, che ti vedi distruggere giorno dopo giorno da un male che non perdona. Asciugati le lacrime, fratello, che sei stato pugnalato alle spalle da coloro che ritenevi tuoi amici. Non tirare i remi in barca, tu che sei stanco di lottare e hai accumulato delusioni a non finire. Coraggio. La tua croce, anche se durasse tutta la vita, è sempre "collocazione provvisoria". Il Calvario, dove essa è piantata, non è zona residenziale. E il terreno di questa collina, dove si consuma la tua sofferenza, non si venderà mai come suolo edificatorio. Anche il Vangelo ci invita a considerare la provvisorietà della croce. C’è una frase immensa, che riassume la tragedia del creato al momento della morte di Cristo. "Da mezzogiorno fino alle tre del pomeriggio, si fece buio su tutta la terra". Forse è la frase più scura di tutta la Bibbia. Per me è una delle più luminose. Proprio per quelle riduzioni di orario che stringono, come due paletti invalicabili, il tempo in cui è concesso al buio di infierire sulla terra. Da mezzogiorno alle tre del pomeriggio. Ecco le sponde che delimitano il fiume delle lacrime umane. Ecco le saracinesche che comprimono in spazi circoscritti tutti i rantoli della terra. Ecco le barriere entro cui si consumano tutte le agonie dei figli dell’uomo. Da mezzogiorno alle tre del pomeriggio. Solo allora è consentita la sosta sul Golgota. Al di fuori di quell’orario, c’è divieto assoluto di parcheggio. Dopo tre ore, ci sarà la rimozione forzata di tutte le croci. Una permanenza più lunga sarà considerata abusiva anche da Dio. Coraggio, fratello che soffri. Mancano pochi istanti alle tre del tuo pomeriggio. Tra poco, il buio cederà il posto alla luce, la terra riacquisterà i suoi colori verginali e il sole della Pasqua irromperà tra le nuvole in fuga. (da “Alla finestra la speranza”, Antonio Bello)
Tantissimi auguri … con l’occasione pasquali… di giorni sereni!
(ps: mi piace mooolto la tua visione di una collocazione precisa..,
per fortuna provvisoria,
di un posto dove mettere le ns. sofferenze in attesa che passino le ore fatidiche, da mezzogiorno alle 3 del pomeriggio)
Ciaoo, a presto!
.....ella
27 Mar 05 at 08:41 edit_comment_link(__('Edit', 'sandbox'), ' ', ''); ?>
Il libro di Tonino Bello in cui si può trovare lo stralcio è “Alla finestra la speranza”.
A me veniva in mente che sulla vacua querelle “crocifisso sì, crocifisso no” si potrebbe rispondere: “lasciamo che lo decida lui, se vuole starci ci sta, senno’ va via…è o non è il figlio di Dio?” 🙂
animasalva
28 Mar 05 at 17:51 edit_comment_link(__('Edit', 'sandbox'), ' ', ''); ?>