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Mahatma on line


“Se avesse potuto comunicare così, oggi che mondo sarebbe?”.
E la domanda che compare al termine dello spot realizzato dal regista Spike Lee per Telecom Italia, in onda sulle principali reti nazionali. Uno spot che ha come protagonista Gandhi.
La sua voce e il suo volto arrivano nel mondo, dal Colosseo alla Piazza Rossa, attraverso computer, megaschermi, telefonini. Militari e uomini d’affari, gente comuni e autorità, ascoltano il suo invito alla pace. Lo spot, realizzato dall’agenzia di pubblicità Young & Rubicam sostiene la tesi che se gli attuali mezzi di comunicazione fossero esistiti ai tempi di Gandhi avrebbero potuto modificarne gli eventi in chiave positiva.
Diverse sono le possibili reazioni davanti a questo spot (che è ben fatto, efficace, stilisticamente perfetto). E molte, e controverse, le valutazioni che sono state fatte. Partiamo da un dato certo. La pubblicità è fatta per vendere. Cosa vende lo spot con il Mahatma? Non vende il telefono, ne l’abbonamento, e nemmeno una tariffa, o una carta telefonica o la linea adsl. Vende un marchio: Telecom (quella di Tronchetti Provera).
Si vende dunque una cosa che non è in vendita: la fiducia che oggi, grazie alla comunicazione globale, tutto è possibile. Non saprei dire se l’immagine di Gandhi fa vendere più cellulari, connessioni a internet, suonerie o altre diavolerie. Sicuro è che i precedenti testimoni della Telecom erano top model pagate profumatamente. L’uso dell’immagine di Gandhi è invece “gratis”.
Ma perché è stato scelto proprio Gandhi? Sicuramente sono stati fatti sondaggi di opinione, sono stati pagati consulenti, esperti, sono intervenuti psicologi e sociologi, che hanno sentenziato che Gandhi oggi ha un’immagine positiva, che “tira”. Da Bush a Putin tutti sono pronti ad inchinarsi davanti a Gandhi. Quando un personaggio è scomodo, o lo si ammazza o lo si mette sugli altari. L’importante è renderlo innocuo. Ma non credo sia solo questo il motivo della scelta. Da quando ci si è accorti che esiste una “seconda potenza mondiale“, cioè che l’opinione pubblica prevalente è contro l’idea della guerra (salvo poi essere totalmente impotente per impedirla realmente), anche i pubblicitari hanno capito che il pacifismo rappresenta un mercato. E ci si sono buttati a capofitto. Dunque, via allo spot pacifista, schierato, ideologico.
Tuttavia, la stessa azienda continua a programmare contemporaneamente spot con modelle sensuali, ammiccanti, o giovinastri totalmente idioti, sgrammaticati, che si rivolgono a loro coetanei per vendere suonerie demenziali. Si tratta di un’azienda globale, che vende una comunicazione globale e che quindi ha molti pubblici diversi, dai dodici a novant’anni, fascisti o comunisti, non importa.
E anche l’opinione pubblica pacifista, genericamente contro la guerra, fa parte del pacchetto. Persino alle manifestazioni pacifiste il telefonino la fa da padrone: “io sono alla testa del corteo, qui è tutto tranquillo, e lì in fondo, come va?”.
Chi si è indignato per l’appropriazione indebita di Gandhi deve considerare che anche i cosiddetti pacifisti per Telecom sono solo dei clienti. E il cliente ha sempre ragione.
Un’ultima considerazione, accettando di scendere sul terreno dello spot: Gandhi, avrebbe davvero usato le nuove tecnologie? Questo non lo sappiamo, e non possiamo dirlo. Sappiamo però che Gandhi ha sicuramente usato la comunicazione di massa: ha fondato due quotidiani, utilizzava i microfoni per ampliare la sua voce, utilizzava il telefono, la radio, e quando doveva viaggiare prendeva la nave, il treno, l’automobile. Avrebbe utilizzato anche la televisione, il digitale, internet? Difficile rispondere, ma certamente sappiamo che gran parte di ciò che oggi passa in tv e in internet è spazzatura, chiacchiera, finzione. E su questo Gandhi aveva le idee chiare: “Il rumore non può imporsi sul rumore. Il silenzio sì“.

(Mao Valpiana, “Azione Nonviolenta“, ottobre 2004)












Written by Mauro Biani

Novembre 7th, 2004 at 2:24 am

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  1. Il mese scorso ho postato un bell’articolo di Robecchi su questa pubblicità.

    http://www.nuralema.splinder.com/post/3092927

    p.s.
    Grande vignetta, come sempre, sei un grande.

    Sahishin

    7 Nov 04 at 16:55

  2. Grazie della segnalazione Sahishin, “me l’ero perso”. Tra Valpiana e Robecchi, similitudini assolute. Meglio così.
    Alla prossima.

    broiolo

    7 Nov 04 at 20:56

  3. Penso invece che la pubblicità della telecom sia stato il classico autogoal del pubblicitario. Infatti la loro paura maggiore è quella di fare pubblicità talmente belle o significative da far dimenticare completamente allo spettatore che cosa in realtò si pubblicizzi. E questo mi pare il caso. Altro caso famoso fu quello del “Buuuonaseeeera” del tipo che apriva la porta. Chi si ricorda che cosa publicizzava?

    utente anonimo

    8 Nov 04 at 16:05

  4. ciao Mauro. volevo commentarti qui, ma mi è uscito un post. lo trovi qui.

    Body

    9 Nov 04 at 10:41

  5. Caro Mauro apprezzo sempre più la tua satira, scoperta per caso e seguita per scelta, con attesa della prossima.Vorrei davvero conoscerti in qualche tua presenza pubblica. Ma anche rinnovandoti l’invito a Trento per la nostra Cena Per La Cooperazione.
    Abbraccio Tiziano

    utente anonimo

    13 Nov 04 at 14:36

  6. Ci sono dei semplici breve Mahatma Gandhi biogrophys on-line?
    Non ho tempo di leggere una biografia Thiry pagina. Mi rendo conto che ha fatto un sacco di cose, ma sul serio …
    Please help me e in un altro topic vorrei sottolineare che generic valtrex è eccellente per mantenere la pelle sana

    Anonimo

    3 Feb 10 at 21:26

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