Donati cominciò la sua lotta al doping verso la metà degli anni ’80. All’epoca frequentavo l’Isef e ricordo bene le reazioni specie nell’atletica. Poca ammirazione, molto scherno e solita critica: vuole mettersi in mostra. Cominciava a toccare gangli di potere che nello sport ad alti livelli sono quasi peggiori (e zeppi di interessi economici) di altri campi lavorativi o della politica. Cercando di emarginarlo per una vita alla fine con Schwazer credono di avergliela fatta pagare. Vedremo. La vignetta oggi per il manifesto.