In Libia.
Oggi su Repubblica.
Written by Mauro Biani
Giugno 24th, 2021 at 7:24 pm
Posted in Senza categoria
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So nulla in tema di migranti.
Ma ho due criteri di valutazione.
1) La Libia ‘post’colonizzata dalla Repubblica Italiana è divenuta, dalla destituzione di Gheddafi, territorio di contesa internazionale, una terra di nessuno e di troppi (per lo sfruttamento delle risorse naturali, per gli affari della ricostruzione, per l’interessante collocazione geopolitica). Roma potrebbe usare cuore e testa, e sarebbe pur ora, ma qui si rimanda al cuore e alla testa di chi guida la Farnesina, per farsi da parte e lasciare spazio ad altri Paesi prossimi e ad Organizzazioni internazionali, in primis l’ONU con l’UNHCR. La Libia non è più affar nostro, ci sono queste realtà vergognose (da lettere maiuscole) in quel caos, in quella polveriera? Occupatevene con la vostra migliore saggezza.
2) Io non riesco ad essere un socialista internazionale. Credo che se si deve perseguire un obiettivo lo si deve perseguire seriamente, verificando i risultati. Altrimenti è solo ipocrisia, sono solo lacrime di circostanza buone per lavare coscienze di fatto piuttosto impermeabili alle difficoltà altrui. L’Italia non può occuparsi delle violenze sulle donne e sulle bambine in tutto il mondo, se riesce a farlo dentro la casa di cui fa parte, che è l’Unione europea, ha già apportato un contributo concreto. Può accogliere, nel senso vero di accoglienza, tutti i migranti da ogni dove? No. Li salva dal mare? Giusto. Doveroso. E poi? Li confina in una struttura di prima accoglienza? In quali condizioni e per quanto tempo? E dopo ancora? Io so nulla di migranti ma so qualcosina di cosa significa welfare abitativo. “Dare una casa” ad un forestiero significa dare un nuovo luogo da abitare, e un “luogo da abitare” non è solo quattro mura (e se ti fai un giro per Roma Termini, non ci sono neppure quelle, per tantissimi dimenticati), ma un lavoro (quale? il caporalato modello Rosarno?) e relazioni sociali (con chi sbraita “se vogliono venire in Italia devono accettare le nostre tradizioni e la nostra cultura”).
Poi, sì, potevo commentare semplicemente: poverine, oh che vergogna!
Ma purtroppo ho più disgusto del cattocomunismo e del clericofascismo da quattro soldi.
Due facce della stessa moneta.
Il primo, in più, con la triste attitudine a soffrire per il mondo intero e a non saper salvare dalla violenza e a favorire la pluralità neppure nel proprio quartiere.
massimo
25 Giu 21 at 07:56 edit_comment_link(__('Edit', 'sandbox'), ' ', ''); ?>