Rita Atria che aveva 17 anni il 26 luglio di 30 anni fa. Oggi su Repubblica.
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Toghe rosso sangue
E’ l’ultima delle "Macchie Selvagge", in edicola su il Mucchio Selvaggio di novembre e realizzata sempre in collaborazione con Carlo Gubitosa. E’ la storia di Paolo, di Giovanni, ma anche di Rita e di Piera. Ri-leggerla oggi fa bene alla memoria, fa bene al presente.
Rituzza
Il 19 luglio 1992 Rita, Rituzza come la chiamava Paolo, scriveva:
“Ora che è morto Borsellino, nessuno può capire che vuoto ha lasciato nella mia vita… Prima di combattere la mafia devi farti un auto-esame di coscienza e poi, dopo aver sconfitto la mafia dentro di te, puoi combattere la mafia che c’è nel giro dei tuoi amici; la mafia siamo noi e il nostro modo sbagliato di comportarci. Borsellino sei morto per ciò in cui credevi, ma io senza di te sono morta”.
Ma poi continua dicendo
“bisogna rendere coscienti i ragazzi che vivono nella mafia, che al di fuori c’è un altro mondo, fatto di cose semplici ma belle, di purezza, un mondo dove sei trattato per ciò che sei non perché sei figlio di quella persona o perché hai pagato per farti fare quel favore. Forse un mondo onesto non ci sarà mai, ma se ognuno di noi prova a cambiare ce la faremo” (…).
25 luglio 2004: un fiore per Rita Atria.