11 luglio 1982. 40 anni fa. Oggi su Repubblica.
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Atlantide/Vermicino e il circo mediatico
Stasera ad Atlantide, Alfredo Rampi, Vermicino e l’inizio della “tv del dolore”.
Paolo Rossi, il 1982
A Rossi, a Pertini, a Bearzot, a quell’estate del 1982. Oggi su Repubblica.
Risvegli
Io NON so cosa voterebbe Pertini.
Per me avrebbe già fatto una “strage” almeno una 20ina di anni fa. Poi via, in montagna.
La marcia delle donne e degli uomini scalzi
Qui l’appello per “la marcia delle donne e degli uomini scalzi“. E la vignetta di oggi per il manifesto.
E qui altra vignetta per Anatolij.
Mi chiedevo
Pertini, “dopo 25 anni ancora il presidente di tutti“. Tutti chi? Cosa?
Riporto anche un bellissimo commento lasciato su F.B. da Graziella Corsaro:
“Già, caro ragazzino dallo sguardo interdetto, perché? Perché ci piace credere che basti avere certi marchi di fabbrica, sventolare un colore al posto di un altro, essere legati ad una sigla, commemorare certi morti a suon di slogan con tanto di cerimonia per sentirci a posto, per credere di avere fatto la nostra parte. Di più, con poche mosse sentiamo di essere entrati di diritto in un circuito nobile perché portiamo i giusti su un piatto d’argento. Sai, ragazzino, abbiamo un sacco di personaggi di riferimento, non solo Pertini, eppure non siamo più capaci di stare seduti alla stessa tavola senza prenderci a sputi in faccia. Incoerenti? No, forse solamente un po’ confusi e vagamente ipocriti. Oppure – per rispondere alla tua domanda da un’altra angolazione- perché siamo tutti contro il capitalismo ma ci sguazziamo dentro almeno fino alle ginocchia , commentiamo le guerre per il petrolio con sdegno ma mettiamo in moto le nostre auto anche per fare il giro dell’isolato; siamo creativi nell’ inventare definizioni politicamente corrette, come “diversamente abili” “non udenti” “operatore ecologico” “di colore” ma nelle nostre scuole, nelle nostre strade, lasciamo che queste categorie di persone abbiano il posto in 3° classe. Pertini sarebbe affranto e mortificato. Sentirebbe di avere perso la più grande delle sue battaglie e ci scruterebbe da dietro la pipa senza fiatare. Mio caro, se pensi che abbiamo sbagliato veramente tutto non posso che darti ragione. E scusa se questa non sarà neanche una magra consolazione“.