Il 4 aprile 1978 arriva in Italia Goldrake. Rivoluzione per noi ragazzini del ’78. Successo e poi polemiche sulla -violenza-. Ma (pensa te) Gianni Rodari difende il cartone. Nell’articolo “In difesa di Goldrake” Rodari difende il robot giapponese descrivendolo come un ercole moderno, metà uomo e metà macchina spaziale. Secondo Rodari i bambini non sono soggetti passivi di questi disegni animati perché sono in grado di rielaborare il materiale fantastico che la televisione propone loro nel gioco e nelle attività quotidiane” (cit. Corsera).
Nella foto (tratta dalla galleria “Beato quel mondo che non ha bisogno di supereroi“) un alieno extraterrestre salva alieni terrestri.
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Goldrake, 4 aprile ’78
Il soccorso
“La razza umana non morira’”, diceva la sigla di quel cartone su un extracomunitario intergalattico. (Gubi)
P.s. altra vigna supereroa: interposizione (ma tranquilli, alla fine nessuno è stato maltrattato)
Non arrenderti mai, perchè il bene tu sei, sei con noi
30 anni fa, a casa di un amico (peraltro bravissimo a disegnare e gran fumettaro, poi scoperto grande musicista dei Leviathan, ciao Sandro se passi di qua) eccitati davanti alla tv aspettavamo l’evento annunciato: i cartoni “elaborati al computer” che venivano dal Giappone. Dopo Supergulp, Barbapapà e l’altra creazione giapponese Heidi, arrivava Goldrake. Un clandestino nel mondo dei cartoni dell’epoca. “Molti decenni prima de I Simpson, l’anime ha significato la "liberazione" del cartone animato, da sempre relegato a spettacolo per bambini in salsa disneyana, con animali antropomorfi o principesse canterine in attesa del principe per completare il duetto canoro. Non era più un genere, ma un medium attraverso cui potersi aprire a stili narrativi, tematiche e storie mai provate prima: con Goldrake fu il caso della fantascienza ad esempio” (op. cit.). Buon compleanno Goldrake da tutti i bimboni del ‘78.
P.s. la vigna è probabilmente un’anteprima di Paparazzin 48 di domenica 22, sempre con Liberazione, sempre imperdibile.