Questa settimana su l’Espresso.
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E il manifesto “batte” tutti
Ad occhio direi che devo/dobbiamo ringraziare anche tutti i passanti e ripassanti che condividono le mie vignette su Facebook e su Twitter. Nello speciale “Social” uscito oggi con il manifesto, l’indagine indipendente della società DataMediaHub: “(…) Per quanto riguarda Facebook, Il Manifesto è il best performer tra tutti i quotidiani nazionali con un “engagement rate”, un tasso di coinvolgimento che, secondo l’analisi svolta, come mostra il grafico, è superiore persino a quello di Fanpage, che ha una squadra di persone dedicate ai social, e di ben 5 punti percentuali al di sopra di Repubblica, testate che hanno una fanbase neppure lontanamente paragonabile, come dimensioni, a quella del “quotidiano comunista”. Anche il numero di post è sensibilmente inferiore rispetto a quanto praticato da altri newsbrand, un chiaro segnale di rispetto per le persone, indicatore di come i social, contrariamente ad altri casi, non vengano utilizzati come una “discarica di link” solo per fare traffico.
Siria quotidiana
Siria, bombardato ospedale pediatrico: due morti e feriti tra bambini e medici.
Vignetta di oggi per il manifesto.
Sempre su il manifesto considerazioni su fb social e censura di D. Vicari (che mi cita).
O.t. foto-agguato in redazione.
Kukkurukkukù
La vignetta di oggi per il manifesto.
O.t. e il consueto bannarmi da Facebook per 3 giorni per questa. Manco a Hitler.
Cin
La vigna anche su Polisblog.
O.t. aggiornamenti: Alberto, a proposito della censura alla mia vigna, ha rivolto alcune domande al signor Facebook. Arriva la risposta, le incongruenze gigantesche rimangono tutte.
Dibattito intorno al Jobs act
Ecco. La vignetta di oggi per il manifesto.
O.t. sospeso per 24 ore il mio account e tolta questa vignetta da Facebook.
L’esilerante vicenda riassunta secca e bene da Alberto.
Sempre sulla questione, ecco la lettera del Gubi uscita oggi su il manifesto.
Libertà di Stampa
A parte la vigna per gli "educati a facebook", ieri giornata mondiale della Libertà di Stampa. Consiglio all'uopo e vivamente il libercolo del buon Gubi "Propaganda d'autore" che oltre le amenità italiote racconta nel dizionario finale il monopolio delle 4 maggiori agenzie di stampa: Reuters, Associated Press, Upi, e France Press, che decidono alla fonte cosa si deve sapere (e cosa no). E il nord del mondo controlla il sud anche dal punto di vista informativo.