Prevenzione ed educazione sportiva

leave a comment


calcio, sport, bambini, educazione sportiva, vignetta

Ma di che cosa stanno parlando? Lasciamo per un momento il calcio e il tema della repressione dei violenti allo stadio. Parliamo dell’educazione sportiva e dello sport per i bambini. Quest’anno abbiamo pensato che Tommaso (4 anni) potesse cominciare a fare attività motoria, magari un giorno a settimana, magari in piscina, ‘che a lui l’acqua gli piace tanto. Lo iscriviamo in piscina, una piscina normale qui nei pressi. Lui acconsente e il primo giorno, prima di uscire di casa domanda: – Mamma, posso portare i pupazzi per giocare nell’acqua come nella piscina del mare? – Sorridiamo e gli spieghiamo che in acqua farà altri giochi insieme agli altri bimbi. In effetti nel suo turno ci sono altri 5 bambini e una giovane ragazza come istruttrice. La lezione incomincia e ad ognuno viene dato un tubino galleggiante. Poi gli altri bimbi, già avvezzi, ad un cenno della giovane ragazza, cominciano a fare le vasche, su e giù. Anche Tommaso, dopo un primo momento di comprensibile panico, viene inserito nella fila e su e giù pure lui. Così per tutto il turno di 45 minuti. Un delirio. Alla fine della “lezione”, allora, vado in segreteria e domando gentilmente ad uno dei responsabili: – Scusi, ma i bambini di 4 anni non dovrebbero giocare in acqua e con l’acqua? Il gioco non è il primo mezzo di ambientamento e di conoscenza dell’acqua? e la socializzazione con gli altri bimbi non facilita lo stesso ambientamento? – Mi guarda basito, balbetta qualcosa di incomprensibile tipo: – sssi… ma poi giocano… giocano anche… alla fine… – Io, gentilmente, insisto che no, non giocano per niente. Poi il discorso continua meno teso e alla fine mi fa: – Ma sa che voi siete gli unici genitori che ci hanno detto questa cosa? Gli altri ci chiedono le vasche e domandano impazienti quando cominceremo ad insegnare questa e quell’altra nuotata… -.
All’uscita della segreteria, presso una sala di aspetto, campeggia un grande manifesto della federazione italiana nuoto che, rivolgendosi ai genitori, più o meno recita così: “Io non vinco, tu non perdi: i bambini devono divertirsi con l’acqua, aiutali e incoraggiali sdrammatizzando le paure e accogliendo le difficoltà."   La satira è completa.

Written by Mauro Biani

Febbraio 6th, 2007 at 3:31 am

No Responses to 'Prevenzione ed educazione sportiva'

Subscribe to comments with RSS or TrackBack to 'Prevenzione ed educazione sportiva'.

  1. davanti a una gara non vinta ho passato più tempo a calmare i genitori che i ragazzi ( e più avanti vai con gli anni peggio è… perchè lo sport è MERCATO, possibilità di fare soldi) e non parlo di sport-calcio ( bell’ossimoro!) ma di sport come il nuoto o il kayak!

    tuttominuscolo

    6 Feb 07 at 07:22

  2. Ciao Mauro, hai dato uno spaccato lucido e preciso della nostra società. Si comincia fin da piccoli a correre per inseguire mete che sono altri a stabilire per noi, e così si perde di vista la vita vera e il suo valore.

    “Io non vinco, tu non perdi” dovrebbero tatuarselo in fronte per primi i dirigenti sportivi (e non solo quelli sportivi), così magari guardandosi allo specchio ci penserebbero un po’ prima di pronunciare le atrocità se si sono sentite ieri per radio.

    Pix

    SuperPixie

    6 Feb 07 at 12:10

  3. Dubito che riuscirai a mantenere a lungo tuo figlio nell’innocenza, in questo porco mondo…

    Comunque ti faccio i miei migliori auguri in merito!

    malessere

    6 Feb 07 at 12:41

  4. certo, e lo sanno bene i popoli “evoluti” come i giapponesi che cominciano, a 4 anni, a far frequentare gli asili giusti per iscriversi all’università giusta.Mica si gioca o si fa poesia, da bambini..no?

    linodigianni

    6 Feb 07 at 12:53

  5. questa vignetta

    è un taglio 🙂

    rodo

    utente anonimo

    6 Feb 07 at 13:22

  6. malessere, non voglio assolutamente mantenere mio figlio nell’innocenza. E’ proprio un errore tattico, forse ancor prima che morale, cercare di costruire campioni iperspecializzati a 4 anni. Il gioco è l’unica forma di apprendimento per i bambini che li motiva e gli fa amare lo sport praticato. Al responsabile della piscina non lo dissi, ma all’Isef (che ho frequentato e diplomato subito dopo il liceo) tutto il primo esame di nuoto, come di ogni altra disciplina, è incentrato sull’approccio all’attività con i giochi “allegati”.

    M.

    broiolo

    6 Feb 07 at 13:36

  7. Aspetta di vedere (come capitò a me) un padre che dà uno schiaffo al figlio perché “non si era impegnato abbastanza”…

    biancac

    6 Feb 07 at 15:17

  8. Bella.

    Altan non avrebbe (forse) saputo far di meglio.

    ubimario

    6 Feb 07 at 15:42

  9. Bella e amara, questa vigna. Cinica.

    Comunque l’ipocrisia del cartello calza a pennelo , in questo mondo, l’ipocrisia e’ sintomo di virtu’, secondo loro…

    zigotecomics

    7 Feb 07 at 00:35

  10. questi sono i messaggi contrastanti….. sai quanti di questi ne vedo a scuola??? E poi ci lamentiamo se la gente diventa schizofrenica??

    palommellarossa

    7 Feb 07 at 12:14

  11. Io non vinco tu non perdi. Io mi diverto e imparo. E’ così difficile da capire?

    Ancora una volta, purtroppo, salta agli occhi quanta poca attenzione si presta ai bambini, che vengono coinvolti, loro magrado, in quest’assurdità che è diventata la vita nell’occidente “evoluto”. Non si capisce che la città dei bambini non significa solo bambini più sereni, ma un mondo migliore. Per tutti.

    Un sorriso (come sempre) ammirato

    Mister X di Comicomix

    Comicomix

    7 Feb 07 at 13:00

  12. LOL! Beata coerenza … 😀

    Zizio

    8 Feb 07 at 17:17

  13. mio figlio a 7 anni prima di una gara di nuoto:

    mamma, ma a te dispiace se non vinco? Ovviamente lo rassicurai e lui tiro’ un bel sospiro di sollievo.

    Questo molti anni fa, ora mio figlio ha 24 anni. Pensa quante pressioni subiscono, così piccoli.

    Va ancora in piscina, ma non ha mai fatto agonismo.

    jeneregretterien

    8 Feb 07 at 18:48

  14. Il mio bimbo andò in piscina a 5 anni.

    Dopo un mese era già stufo, si annoiava.

    Poi arrivò un maestro che gli faceva fare le capriole, la pesca dell’anello, i tuffi a casaccio e si divertì moltissimo.

    Mauro, “esigi” un maestro così: ce ne sono tanti! 🙂

    utente anonimo

    15 Feb 07 at 13:51

  15. Caro Mauro io da bambina ho fatto un sacco di sport: non era per socializzare… era perche’ DOVEVO AVEVO UNA FORTE SCOLIOSI E HO PORTATO IL BUSTINO DA 4 A 13 ANNI TUTTI I GIORNI, ANCHE FISSO DI GESSO..per un periodo. Quando lo toglievo facevo o nuoto o pallavvolo ma odiavo le competizioni. Mio padre mi ricordo sentiva le mie paure di deludere e io col mio corpo non abituato a muoversi come quello delle altre ragazzine non era elastico, non si sentiva libero e neanche “naturale”. Pero’ okkio ai genitori.. allora come oggi, ci sono genitori che portano i figli a calcetto durante le partite non gli urlano: Ah bello de papa’ fai goal, ma gli dicono Schiacciagli la caviglia, vai di scivolata..anche se non si potrebbe più fare. Non esiste davvero più la cultura allo sport. Io lo sport l’ho odiato.. e ora che devo dimagrire penso che mi daro’ alla PANZA DEL VENTRE per snellire il punto vita… ma una cosa che non è sport e fa socializzare moltissimo e ti da un forte senso di appartenenza a un gruppo, e di squadra e’ stare in piccole compagnie teatrali: perche’ non lavori per un monologo solitario, lavori con diversi attori per un fine comune… ovvio: tuo figlio è piccolo ed è salutare e giusto che faccia cose sane ed educative. FAVOLOSA VIGNETTA.

    1sognoxdomani

    18 Feb 07 at 23:42

Leave a Reply

*