Prodi, Cina, diritti umani, commercio armi, vignetta
Finita la missione di Prodi in Cina: "Stop all’embargo sulle armi". Mao Valpiana, direttore di Azione Nonviolenta commenta: "Due anni fa, il 6 dicembre 2004, l’allora Ministro degli esteri, Gianfranco Fini accompagnò il Presidente della Repubblica Ciampi in visita ufficiale in Cina, il quale disse al presidente cinese Hu Jintao: “L’Italia è favorevole all’abolizione dell’embargo sulle esportazioni di armi verso la Cina,deciso dall’Unione europea quindici anni fa, visto che il mantenimento dell’embargo non corrisponde allo spirito della partnership strategica tra Unione europea e Cina. L’Italia sta lavorando perché i partner europei condividano la necessità di revocare questa misura, che a nostro modo di vedere è superata perché la Cina di oggi non è quella del dopo Tienanmen". In quell’occasione facemmo un duro comunicato, accusando il Presidente e il vicepremier di fare i piazzisti d’armi italiane in giro per il mondo, e di usare due pesi e due misure: buoni sentimenti per i bambini delle scuole elementari in Italia, e buoni affari per l’industria bellica in Cina. Ipocriti! Ora, il 18 settembre 2006, il Presidente del Consiglio Romano Prodi, accompagnato dalla radicale Emma Bonino, Ministro del commercio con l’estero, ha fatto la stessa richiesta di abolizione dell’embargo per vendere armi italiane alla più grande dittatura del mondo. Dunque si meritano le stesse critiche che facemmo a Ciampi e Fini. Anche Prodi è un Giano bifronte, che plaude alla Marcia pacifista Perugia Assisi quando è in Italia e poi fa il piazzista d’armi quando è a Pechino. Ipocrita! La Bonino parla di diritti umani e di Tibet quando è a Roma, ma fa scena muta quando è in Cina. Ipocrita anche lei! Lo diciamo per onestà intellettuale, altrimenti anche il nostro tacere sarebbe ipocrisia. Avevamo sperato che il viaggio del Governo italiano in Cina servisse per aprire un varco nella Grande Muraglia ai prodotti della nostra moda e ai diritti umani, e invece quando Prodi parlava di “made in Italy” non pensava alla collezione di “Dolce & Gabbana”, ma ai cannoni della Oto Melara!" (Mao Valpiana, Movimento Nonviolento Verona 19 settembre 2006)
OT: sto continuando a fare il giro per segnalare questo mio articolo dove si chiariscono ai blogger alcuni dubbi:
I blogger e le responsabilità per quanto pubblicano
Spero di utilità.
Ciao
Luca
utente anonimo
20 Set 06 at 10:06
Dimentichi una cosa (a proposito di salumi) più frivola ma non meno importante: la coppa (del mondo!!!!) Riportatela in Italia! Attualmente è ancora in Cina, sola soletta…
andreadaimola
20 Set 06 at 11:31
Non capirò niente di politica, ma a mio ingenuo parere l’embargo per le armi dovrebbe essere esteso a tutti i paesi indistintamente ed in forma reciproca.
Sono rimasta parecchio allibita quando ho letto questa notizia, indipendentemente dal fatto che la proposta venga da un governo di destra o di sinistra.
Franca_B
20 Set 06 at 12:20
E’ vero c’è molta ipocrisia.
Sono d’accordo però con Franca, l’embargo dovrebbe essere attuato anche contro altri Paesi dove i diritti umani non sono rispettati.
Usa,Russia,Egitto,Arabia Saudita….tanto per citare i primi che mi passano per la testa.
La domanda è: c’è un posto al mondo dove TUTTI i diritti di un essere umano sono rispettati?
Non credo!
Sioux
20 Set 06 at 14:37
Sioux…Stati Uniti? Per via del Sand Creek, suppongo.
Gianf
utente anonimo
20 Set 06 at 20:18
Questa volta non sono d’accordo. Credo di essere un pacifista, ma riconosco che la via per la democrazia e per la pace è un percorso difficile e complesso, che presuppone innanzitutto il dialogo e il ravvicinamento dei popoli. Ha ragione Mao Valpiana: armi non se ne dovrebbero produrre, non se ne dovrebbero vendere e non dovrebbero diventare merce di scambio politico, come vogliono fare Prodi e la Bonino, ma dovremmo contestualizzare la situazione: la Cina non è un Paese democratico e non ha difficoltà ad importare armi da altri paesi. Riconosco l’onestà intellettuale di Valpiana, che probabilmente non mi appartiene, ma il pacifismo non passa solo attraverso la distruzione delle armi, e questo ce l’ha insegnato prorpio lui: il pacifismo è un atteggiamento di dialogo finalizzato alla pace. E non credo che le griffe della moda, come tutti i marchi di prodotti riservati ai ricchi e ricchissimi contribuiscano alla pace. Non c’è pace dove c’è diseguaglianza sociale, ingiustizia, povertà. Non ci può essere pace. Non è solo questione di armi.
animasalva
20 Set 06 at 21:19
il template non c’entra nulla…che scemo! 🙂 cme thanks…
Silvia83
20 Set 06 at 23:49
cme = cmq…sorry! 😛
Silvia83
20 Set 06 at 23:49
animasalva,quindi concludendo vendiamo ‘ste cazzo di armi e con i soldi incassati contribuiamo a costruire un mondo di pace.
La duttilità è l’anima del commercio.
gianf
utente anonimo
21 Set 06 at 06:43
Gianf, tu infierisci sul povero sinistro disorientato!
Mi piace! huhuhuhuuhuhuhu
MimanchiSilvio
21 Set 06 at 09:24
cavalie’….ma quello gianf ha il suo stesso vizietto…gli interlocutori se li sceglie.
quelli comodi…
Sahishin
21 Set 06 at 10:37
Sashin, io non ebbi ancora ad essere Cavaliere!
Ed ognuno ha il diritto di scegliersi il proprio divertimento viruale come più gli fa comodo.
MimanchiSilvio
21 Set 06 at 10:39
No Gianf, non per Sand Creek. Per Guantanamo. Per Echelon. Per gli Indiani ghettizzati nelle riserve. Per la pena di morte.
Si potrebbe continuare per un po’..
Sioux
21 Set 06 at 15:21
Gianfspalla, porgi la battuta che è una bellezza 🙂
Ciao sioux 🙂
M.
broiolo
21 Set 06 at 15:59
e diciamocelo, anche un po’ per i Supertramp.
Gianf
utente anonimo
21 Set 06 at 16:14
Mauro, questione di punti di vista. Menzionare gli Usa come primo paese nel quale i diritti umani vengono calpestati mi è parso ridicolo. Stessa opinione riguardo il secondo commento quindi non è questione di fare più o meno bene la spalla ma semplicemente di non infierire.
Gianf
e Logical song non era poi così male
utente anonimo
21 Set 06 at 16:41
Pare che il fraintendimento sia diventato sport nazionale. Gianf, non dico che bisogna vendere le armi e con il ricavato promuovere la pace; dico che l’embargo sulle armi verso la Cina per la Cina rappresenta solo una rappresaglia ideologica, una limitazione alla libertà di commercio, e una dichiarazione di sfiducia della comunità internazionale sulla Cina stessa. La politica estera non si fa opponendo un’ideologia pacifista a una bellica, ma promuovendo motivi di incontro e di dialogo: togliere l’embargo vuol dire proprio questo, vuol dire rimuovere la sfiducia che la comunità internazionale ha nei confronti del governo cinese. La pace comincia col dialogo.
animasalva
21 Set 06 at 17:31
Gianf se vuoi li possiamo menzionare pure per sesti….ma la canzone è sempre quella.
Tu pensi che gli Usa rispettino i diritti umani.Sta bene.
Io no.
permetti?
Sioux
22 Set 06 at 00:36
Scusami Mauro per questo ping-pong nei commenti ma è questo tono saccente/sprezzante con cui mi si risponde che mi da un po’ fastidio.
Sioux
22 Set 06 at 00:46
Sioux, tu scrivi dei pensierini, però poi non li infili in un cassettino della tua stanzetta ma li invii ad un blog. Stranamente, ma devi fartene una ragione, non tutti la pensano come te, permetti?
gianfspalla
Mauro, scusalo ti prego ;))
utente anonimo
22 Set 06 at 07:21
Gianf tu la puoi pensare come ti pare e l’ho già scritto nel commento n.18
Tu non ti limiti ad esprimere le tue idee/ragioni ma fai anche quello ” che non infierisce”. Sottointendendo che le idee altrui sono ‘robetta’.
Io questa la chiamo arroganza.
Da parte mia la discussione finisce qui, dato che questo non è il mio blog.
Sioux
22 Set 06 at 13:54