Sono basito. Ma poi manco tanto. Guardo le facce di Bondi, Ghedini, Tremonti e del livoroso, puzzonissimo Gran Boss tessera P2 1816, e flash, mi torna alla mente (aargh) la più grande figura di merda del calcio italiota. Ricordate? Era il 20 marzo 1991 e la partita era Milan – Olimpique Marsiglia valevole per i quarti di finale della coppa campioni.
La Fuga di Marsiglia di Gianni Mura (La Repubblica, 22 marzo 1991)
Se è mai esistito nella storia del calcio italiano di ogni tempo un "giorno della vergogna", questo non può che essere il 20 marzo 1991. Mai come quella sera è stato imbarazzante, dal punto di vista sportivo, essere italiani. Il Milan di Gullit, Rijkaard e Van Basten, di Baresi, di Tassotti, di Maldini, la squadra che ha reso il calcio italiano un modello da imitare, quella sera scialacqua, sperpera, distrugge quel patrimonio di considerazione ed ammirazione costruito in anni di splendide affermazioni e meritati trionfi con quindici minuti di squallida ed inqualificabile follia. Veniamo ai fatti. A Marsiglia si disputa la gara di ritorno dei quarti di Coppa Campioni, la partita è attesissima,l’ambiziosa Olympique di Bernard Tapie sfida il Milan di Berlusconi, Campione d’Europa e del Mondo. Goethals e Beckenbauer, direttori tecnici dei francesi, hanno preparato con cura questa sfida, il Milan, che ha pareggiato per 1-1 a San Siro, lotta per trovare il gol della vittoria, quando, ad un quarto d’ora dalla fine.l’inglese Waddle batte Rossi e sembra decidere la gara. Sacchi, in panchina, è terreo. Il Milan appare stanco e non reagisce al meglio, ma il comportamento dei rossoneri è positivo : nessun nervosismo anche di fronte a qualche perdita di tempo dei francesi e qualche tentativo di orgogliosa reazione. Quando scocca il 90° si scatena la follia. Come al solito lasciamo la descrizione alla cronaca di “La Repubblica” affidata a Licia Granello: “Ultimi minuti di poco calcio e molta stanchezza: un cambio tattico e la voglia stracciata di finire in fretta. 89′ : quando l’ arbitro fischia (una volta sola) nessuno aspetta più e una miriade di giubbotti numerati, quelli di fotografi e reporter accreditati, irrompe in campo. Karlsson (l’arbitro ndR) spiega con ampi cenni delle braccia che la partita non è finita. 90′ : si gioca l’ ultimo minuto con il cuore in gola per l’ assolo di Waddle che scavalla potente attraverso il campo: ma prima che possa entrare in area, il riflettore alla sinistra della tribuna (proprio sopra il settore occupato dai tifosi milanisti) si spegne. Waddle stremato, distratto? mette fuori da pochi passi. Altro fischio per segnalare il rinvio dal fondo e altra invasione, mentre Gullit si toglie la maglia per scambiarla con Papin, il tutto a tempo ormai scaduto. Ma secondo il delegato Uefa (e lo stesso Karlsson) ci sono tre minuti da recuperare. Intervengono Taveggia direttore generale del Milan e alcuni giocatori (Baresi, Gullit) segnalando che non si può riprendere in mancanza di luce sufficiente e per la troppa gente in campo. I giocatori si allontanano dal terreno di gioco, Taveggia propone di infilarsi nel tunnel degli spogliatoi fino a che la situazione non torni normale, ma la porta d’ accesso è chiusa. Sacchi rimane fermo in panchina. Dirà poi a Milanello: Quando sono venuti a dirmi che dovevo andare via, ho chiesto: perché, mi hanno espulso?. (…)” Tre minuti da recuperare, tre minuti che saranno fatali per il calcio italiano e la sua immagine. Accade infatti che Adriano Galliani, vice presidente del Milan, riesca ad entrare in campo e richiami Baresi, in un primo tempo incredulo, poi sorpreso, infine complice. I due si rivolgono all’arbitro ed al delegato UEFA indicando di nuovo le poche lampade spente, mentre i calciatori ed i dirigenti francesi stentano a capire; in campo c’è un po’ troppa gente e pensano che a questo si riferiscano le proteste del Milan. Baresi si porta le mani agli occhi come per ribadire il concetto che non riesce a vedere, l’arbitro Karlsson appare più sorpreso che irritato da tanto palese malafede ed invita i rossoneri a riprendere il gioco. Torniamo alla cronaca di Repubblica: “ –‘Si poteva trovare anche uno spillo’- assicurano i fotografi: il gioco può riprendere. La gente è compressa a stento ai bordi del campo, Karlsson prende la palla per andare a porla sul vertice dell’ area milanista, dove si era spenta l’ ultima azione. Ma Galliani si oppone e richiama con forza la squadra oltre la linea di fondo. Inultilmente Taveggia e Ramaccioni ricordano che bisogna comunque finire la partita, se anche si vuol avanzare richiesta scritta. Calciatori smarriti, Galliani irremovibile, Sacchi avvilito. 105′ : sono passati 15′ esatti dal tiro di Waddle quando Karlsson fischia la ripresa del gioco e subito dopo con il classico triplice fischio la fine dell’ incontro. Il tutto, con i francesi immobili sul campo e gli italiani altrettanto immobili dietro la porta. Negli spogliatoi viene preannunciato un reclamo su tre punti. Nessun giocatore è abilitato a parlare dell’ accaduto, Sacchi raggiunto ai piedi del pullman dai cronisti francesi è lapidario:- “Hanno passato il turno quelli che l’ hanno meritato.”- E’ una squallida farsa, una vergogna senza precedenti. Qualche giorno dopo il presidente Berlusconi, in un comunicato ufficiale, ammetterà lo sbaglio, sconfessando Galliani, ed annunciando che il Milan non avrebbe fatto ricorso per ottenere il 3-0 a tavolino, come invece , ancora Galliani, aveva dichiarato nell’immediato dopo partita. Ed è ancora di Galliani la dichiarazione che suggella il pasticcio dando l’idea della confusione (anche mentale) in cui si trova il dirigente milanista. Dovendo spiegare i vari gradini della scala punitiva del giudizio cui sarà inevitabilmente sottoposto il Milan per avere abbandonato il campo, Galliani si trova ad usare l’ esempio meno opportuno:- “Si va dalla pena pecuniaria alla sospensione per l’ eternità. Se per 39 morti hanno dato cinque anni di squalifica, le conseguenze a due invasioni di campo dovrebbero costarci un po’ meno”- Risposta infelice, poi silenzio e disagio. Qualche giornalista straniero pensa di non aver capito, gli inglesi in particolare, riammessi solo quell’anno alle manifestazioni europee dopo la tragedia dell’Heysel, sono allibiti ed offesi. Anche Berlusconi, dopo qualche comunicato conciliante, torna alla carica parlando di “complotto”, un argomento che riprenderà spesso nella sua futura carriera politica. In quell’occasione, dato il contesto, non cita la “sinistra italiana” o “l’uso della giustizia a fini politici da parte della magistratura”, ma si limita ad accusare Bernard Tapie e qualche papavero dell’UEFA La cosa più grave che emerge da questa “rilettura” dell’accaduto, fatta oltre dieci anni dopo, è proprio il fatto che la dirigenza (minuscola voluta ndr) del Milan mostra di non capire l’assurdità del comportamento tenuto a Marsiglia e la sua gravità dal punto di vista etico e sportivo. L’UEFA tutto sommato dimostra di accettare il pentimento e sospenderà il Milan dalle competizioni europee solo per una stagione e Franco Baresi, come omaggio alla sua grande carriera ed al prestigio del Milan, non viene squalificato nonostante fosse stato invitato dall’arbitro per tre volte a riprendere il gioco e per tre volte si fosse rifiutato di farlo. Purtroppo per il calcio italiano la vergogna non si sconta rapidamente come una squalifica.
Bondi gli ha sta già procurando una catena un po’ più lunga, da Palazzo Chigi al Quirinale.
Questi non stanno bene.
Tu, i miei complimenti, eccezionale come sempre. Saluti.
ziogi
19 Apr 06 at 19:43 edit_comment_link(__('Edit', 'sandbox'), ' ', ''); ?>
una catena devono mettersela al collo e lasciarsi calare giu da palazzo chigi…
raffaelegreco
19 Apr 06 at 22:30 edit_comment_link(__('Edit', 'sandbox'), ' ', ''); ?>