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[memoria del blog: 27 gennaio 2004] 
Memoria, nota a margine.
La strada verso il "Porrajmos" (la distruzione)

"Durante la seconda guerra mondiale vennero uccisi oltre 500.000 zingari, vittime del nazionalsocialismo e dei suoi folli progetti di dominazione razziale. La storia dello sterminio degli zingari è una storia dimenticata e offesa dalla mancanza di attenzione di storici e studiosi: ancora oggi la documentazione risulta frammentaria e la relazione dei fatti lacunosa. Eppure l’argomento dovrebbe suscitare interesse anche solo per il fatto che la persecuzione degli zingari in epoca nazista risulta essere l’unica, ovviamente con quella ebraica, dettata da motivazioni esclusivamente razziali: proprio come gli ebrei, infatti, gli zingari furono perseguitati e uccisi in quanto " razza inferiore" destinata, secondo l’aberrante ideologia nazionalsocialista, non alla sudditanza e alla servitú al Terzo Reich, ma alla morte." (continua qui).

Documento audio: La strada verso il "Porrajmos" (la distruzione).

Written by Mauro Biani

Gennaio 27th, 2005 at 12:42 am

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  1. Si è persa la memoria! Come ridurre il "giorno della memoria" ad un semplice mucchio di cose.

    utente anonimo

    27 Gen 05 at 11:51

  2. Un modo di ricordare, il tuo, che non può che far accrescere la stima che nutro nei tuoi confronti.

    ciao, stai bene Mauro.

    Sahishin

    27 Gen 05 at 13:58

  3. leggendo l”articolo mi è venuta la pelle d”oca e non x scherzo ,o x dire.BRA…..

    utente anonimo

    28 Gen 05 at 08:46

  4. Sono f.f., l’articolo – ho una rubrica in prima pagina – dovrebbe uscire domattina (sabato) ed è semplicemente il seguente.

    Titolo: “La Shoah. E il Porrajmos”. Svolgimento: “Potremmo, invece di prendercela con Putin che non cita gli ebrei, prendercela con noi stessi che non citiamo quasi mai gli zingari: o li citiamo di sfuggita, a ornamento della frase. I nazisti ne sterminarono 500mila e la persecuzione degli zingari risulta essere l’unica – ovviamente con quella ebraica – dettata da motivazioni esclusivamente razziali: furono uccisi in quanto razza inferiore destinata non alla sudditanza ma alla morte. Furono imprigionati, seviziati, sterilizzati, utilizzati per esperimenti medici e infine gasati. Diversamente da testimoni di Geova e omosessuali e delinquenti e asociali e altre categorie ritenute da sterminare, la storiografia ha stabilito – con ritardo, anche perché ad Auschwitz sopravvissero solo quattro zingari maschi – che Heinrich Himmler, a partire dal 7 agosto 1941, diede disposizione per l’assimilazione degli zingari agli ebrei circa l’annullamento dei diritti: in quanto razza. Poi si sa. Gli zingari, soprattutto se gemelli, erano tra i preferiti del famoso dottor Mengele: la sopravvissuta Barbara Richter ha raccontato di quando il medico nazista le iniettò la malaria. L’Olocausto ebraico prende il nome di Shoah, quello degli zingari si chiama Porrajmos, che significa Distruzione. Dopo i sondaggi sui pregiudizi degli italiani sugli ebrei, un sondaggio analogo, sugli zingari, sarebbe forse interessante: ma temiamo che darebbe esiti terribili”.

    utente anonimo

    28 Gen 05 at 14:31

  5. non c’entra strettamente con il tuo post, ma leggendolo mi è venuta in mente una cosa.

    qualche anno fa dovevo preparare l’esame di “allestimento e museografia”. potevamo scegliere liberamente il tema dell’ipotetico museo che volevamo allestire, e io decisi di voler provare a progettare un “museo dell’olocausto”.

    prima reazione della docente e degli altri studenti: “eh, ma come sei lugubre!”

    per la serie “hai detto che potevo scegliere il tema che mi pare e quindi lo faccio”, ho perseverato nella mia scelta. ogni settimana dovevamo fare revisione dei progetti (cioè portare alla docente i nostri lavori, allo stato di avanzamento del progetto, cosicché lei potesse correggere e commentare), incluso un “catalogo” della mostra. arrivò il giorno in cui avevo terminato il mio “catalogo”, lo portai alla prof, la quale iniziò a sfogliarlo e poi disse “eh, ma sei andata fuori tema…”. le chiesi il perché, e lei mi disse che avevo mischiato gli ebrei con gli zingari e gli omosessuali e chissà che altro avevo combinato, e secondo lei l’olocausto riguardava solo gli ebrei, quindi io avevo sbagliato…

    la settimana successiva le portai le fonti, dicendole che, a voler essere pignoli, se avessi detto “voglio fare il museo della shoah”, magari lei avrebbe avuto ragione, ma io avevo parlato di “museo dell’olocausto”, e l’olocausto non aveva riguardato solo gli ebrei. lei ugualmente non era convinta (eppoi parlano del valore delle fonti – non frega un tubo delle fonti nemmeno ai docenti universitari, figuriamoci!), così, per non dover ricorrere alla violenza (le avri tirato volentieri un libro in fronte) cambiai il titolo del tema in “museo della memoria” – ma la faccenda non mi è mai andata giù.

    il giorno dell’esame scoprii che avevano deciso di adottare la commissione unica, quindi non fu lei ad esaminare il mio lavoro, ma un’altra docente. caso fortuito volle che questa docente fosse ebrea, e, a metà della consultazione del progetto, si mise a piangere sulle tavole del mio progetto. e io pensai di averla combinata grossa, magari aveva ragione la mia docente, magari ero io che non avevo capito un tubo, e non avrei dovuto “mischiare” shoah con porrajmos e quant’altro. invece no, piangeva solo perché si era commossa del fatto che una persona gggiovane (all’epoca ero gggiovane pure io…) si fosse interessata alla storia e non avesse deciso di prendere l’esame alla leggera progettando l’ennesimo “museo della barbie” o “museo del golf”. alla fine dell’esame mi è venuta vicino e mia ha detto anche “grazie”.

    (ok, fine dell’aneddoto.)

    mu

    28 Gen 05 at 16:02

  6. (f.f.) – Una delle mie maggiori soddisfazioni recenti, rifacendomi a quanto sopra, è stato l’aver scritto in prima pagina sempre del governativo Giornale un articolo sulla Turchia che terminava così: “I turchi, nel 1915, deportarono e affamarono e violentarono e decapitarono e impalarono un milione e mezzo di cristiani armenii in quello che è stato definito il primo grande genocidio del Novecento: ciò che la storiografia ufficiale nega a tutt’oggi, tanto che nei libri scolastici turchi è proibito parlarne. E’ come se i tedeschi negassero l’Olocausto. Svariate fonti storiche spiegano che Adolf Hitler nel prefigurare lo sterminio degli ebrei si ispirò chiaramente a quello degli Armeni, tanto da fargli dire, in un celebre discorso del 22 agosto 1939, che nell’invadere la Polonia occorreva massacrare uomini e donne e bambini senza preoccuparsi di eventuali conseguenze future: “Chi mai si ricorda oggi – si chiese – dei massacri degli Armeni?”.

    Ce li ricordiamo noi: anche se un orribile coltre di silenzio circonda l’argomento da quando si parla e straparla di Turchia in Europa. Anche i genocidi hanno i loro conflitti d’interesse. Eppure nel 1987 ci fu una mozione del Parlamento europeo che diceva chiaramente che la Turchia sarebbe restata fuori dall’Europa sinchè non avesse ammesso il genocidio del caso; il senato francese ci fece addirittura una legge, e stava per farla anche il Congresso americano se non fosse che la mozione fu bloccata personalmente da Bill Clinton su pressione appunto della Turchia. In Italia, nel settembre 2001, dopo che ne aveva parlato addirittura il Papa, il leghista Giancarlo Pagliarini – di moglie armena – riuscì a far approvare una mozione che ribadiva il concetto: no ammissione, no party. Hanno votato tutti a favore con la sola eccezione di Rifondazione comunista, che non riteneva la mozione abbastanza dura. Quindi, per quanto se ne parli poco, la questione è ben piantata nel presente: attiene al riconoscimento di valori sui quali è fondato l’Occidente”.

    utente anonimo

    28 Gen 05 at 16:30

  7. filippo – la questione, in generale, è che spesso si ragiona a compartimenti stagni: per esempio, quelli di sinistra ricordano soltanto i danni provocati da quelli di destra e quelli di destra ricordano solo quelli fatti da quelli di sinistra (per non parlare poi dei danni fatti da quelli di centro, che se ne ricordano e dimenticano un po’ tutti, a seconda di come gli gira, anche perché quelli che prima erano di centro se li sono ripartiti un po’ a destra, un po’ a sinistra e quindi è tutto un gran casino.). tornando al tema del post, suppongo sarebbe sufficiente la gente formasse un senso critico super-partes: se chiunque prende uno, due, centomila, sei milioni di persone, e li tortura e/o ammazza, non importa a nome di quale principio o religione o quello che è lo faccia, è sbagliato, anzi è ignobile e inumano.

    magari è un discorso un po’ semplicistico, così come l’ho fatto io, ma il concetto è quello, e farci i ghirigori intorno serve a ben poco.

    mu

    28 Gen 05 at 16:44

  8. Anche oggi ho imparato qualcosa di nuovo. Grazie, non ne sapevo niente. Gianluca.

    utente anonimo

    28 Gen 05 at 18:00

  9. (f.f.) – tutto vero, il dramma è quando ci sono questione – come quella armena o degli zingari – che non vengono ricordate proprio, che nessuno strumentalizza in chiave bipolare. Io la questione armena, per dire, la appresi nel 1999 da un deputato leghista: e perchè? Perchè sua moglie è armena.

    utente anonimo

    28 Gen 05 at 20:34

  10. Filippo, non voglio insegnarti nulla, però sarebbe bello che nella tua rubrica citassi la mia e, tutto sommato, la tua fonte: http://www.tonizingaro.net/tony/Tony.htm . Io da parte mia, faccio un annuncio clamoroso: domattina compro Il Giornale.

    Mauro

    broiolo

    28 Gen 05 at 21:09

  11. filippo – è anche una questione di ignoranza (nel senso che si ignorano del tutto i fatti), spesso. al che non so cos’è peggio, se ignorare i fatti per mancanza d’informazione, o fornire informazione strumentalizzata…

    mu

    28 Gen 05 at 21:52

  12. (f.f.) – Io amo particolarmente citare le fonti ma questa volta – come altre – non lo farò per ragioni strategiche. Io al Giornale sono pieno di nemici (figurati, ho una rubrica fissa in prima pagina tutti i giorni) e sono una specie di miracolo: nell’arco di dieci anni sono riuscito a guadagnarmi una fiducia tuttavia sorvegliatissima e comunque a scrivere cose anche straordinariamente di sinistra o antigovernative: da Israele a certe questioni sulla giustizia, dal fumo alla Turchia. Ma sono, appunto, sorvegliatissimo: e se ogni volta rimandassi a fonti politicamente riconoscibili o etichettabili (dai lettori del Giornale, capisci? Te li immagini certi lettori del Giornale?) finirei per essere sgamato. Insomma, non che non cito: ma certe volte, per salvaguardare me e in un certo senso anche le fonti stesse, le cito una volta sì e quattro no. Lo stesso discorso faccio con Macchianera, che mi è stato fonte d’ispirazione diverse volte ma ho citato solo due: e dopo un po’ di tempo. In genere, i lettori davvero e realmente interessati poi mi contattano: e allora è lì che fornisco loro personalmente la fonte. Per farla breve: se ora citassi questo sito – con riferimenti a Indymedia e altre cose – sarebbe la prima volta ma anche l’ultima: e allora meglio che l’ultima possa essere l’ultima potenzialmente di altre.

    utente anonimo

    28 Gen 05 at 22:00

  13. Filippo, fai come puoi, comunque non chiedevo di citare me, ma la fonte del mio post: http://www.tonizingaro.net/tony/Tony.htm che poi fa il mediatore culturale alla Caritas.

    Mauro

    broiolo

    29 Gen 05 at 00:54

  14. (facci stratega – tra un po’ ce lo ritroveremo al governo…)

    > Te li immagini certi lettori del Giornale?

    onestamente, no. vengono da plutone?

    mu

    29 Gen 05 at 09:48

  15. L’uso di FANS è diventata più ricorrenti di trattamento di lesioni sportive. Ma il consumo di questi dovrebbe essere controllato da un professionista, come auto-medicazione ha anche effetti collaterali. Mentre il 61% dicono che possono continuare le loro normali attività dopo aver consumato uno anti-infiammatori,Usa il tuo benessere migliora farmaci di qualità con online pharmacy, almeno il 28% confessa di aver sperimentato il mal di stomaco, gastrite o ulcera.  

    utente anonimo

    1 Feb 10 at 23:36

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